Cosa sono le artriti reattive?

Le artriti reattive sono un gruppo di patologie innescate da una risposta infiammatoria rivolta verso strutture entesiche, articolari ed extra-articolari in seguito ad un’infezione intestinale o uro-genitale. Le artriti si manifestano solitamente da 1 a 4 settimane dopo la comparsa dell’evento infettivo e possono presentarsi anche se il quadro infettivo è stato risolto.

Il prototipo delle artriti reattive è la sindrome di Reiter, caratterizzata da infiammazione agli occhi, all’uretra e alle articolazioni.

Quali sono le cause delle artriti reattive?

L’artrite reattiva si sviluppa in seguito ad un’infezione nel corpo, spesso nell’intestino, nei genitali o nel tratto urinario. I meccanismi con cui l’evento infettivo determina l’insorgenza dell’artrite non è del tutto conosciuto: l’ipotesi più accreditata prevede che vi sia un’anomala risposta immunologica ad un’infezione causata da determinati agenti patogeni in soggetti geneticamente. I microrganismi più comuni implicati nella genesi di un’artrite reattiva sono: Chlamydia trachomatis, Ureaplasma urealyticum, vari tipi Salmonella, vari tipi di Shigella, Yersinia enterocolitica, Campylobacter jejuni.

Per ciò che concerne la predisposizione genetica, è stato evidenziato che circa il 60% dei pazienti colpiti da artriti reattive sia HLA-B27 positivo.

Come si manifestano le artriti reattive?

Le artriti reattive si verificano più frequentemente negli adulti di età compresa tra 20 e 40 anni. Generalmente, le artriti reattive colpiscono le ginocchia, le caviglie ed i piedi, manifestandosi con dolore e rigidità; possono essere colpiti anche muscoli, tendini e strutture legamentose. L’infiammazione può anche interessare distretti extra-articolari come occhi, cute e apparato uro-genitale. Nella maggior parte dei casi, i segni e sintomi della malattia vanno e vengono, scomparendo definitivamente entro 12 mesi dall’esordio.

Come si fa diagnosi di artriti reattive?

La diagnosi di artriti reattive si basa sugli elementi clinici, laboratoristici e strumentali. Le analisi del sangue possono essere utili per evidenziare un’infezione passata o attuale e valutare i marker di infiammazione; l’analisi del liquido intrarticolare può essere utile per escludere condizioni patologiche che entrano in diagnosi differenziale con le artriti reattive – ad esempio gotta o artrite settica. I test di imaging, come l’RX, evidenziano i segni di artrite. Può essere utile la ricerca della positività per HLA-B27.

Qual è il trattamento delle artriti reattive?

Qualora sia ancora presente l’evento infettivo alla base della artrite reattiva, questa va trattata con farmaci specifici – antibiotici se è un’infezione batterica. Per il trattamento dell’artrite, possono essere utilizzati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), corticosteroidi – a livello intrarticolare, sistemico o topico (nel caso di lesioni cutanee). Sono stati provati farmaci come la sulfasalazina, il metotrexato o l’etanercept, che hanno mostrato risultati incoraggianti nell’alleviare il dolore e la rigidità. Utile anche la terapia fisica riabilitativa, per migliorare la rigidità e facilitare una corretta mobilità articolare.

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