Sono disponibili numerose tecniche per il trattamento del varicocele: chirurgiche a cielo aperto, chirurgiche laparoscopiche, microchirurgiche ed endovascolari (embolizzazione). La tecnica chirurgica che offre maggiori vantaggi tecnici accede attraverso il canale inguinale interno e le modalità di esecuzione sono due:

  • Chirurgia a cielo aperto: si effettua in anestesia locale, mediante incisione cutanea della lunghezza di circa 1 pollice in corrispondenza del legamento inguinale omolaterale al varicocele. Mediante sezione dei tessuti cutanei e muscolari soprastanti, si raggiunge il canale inguinale, si apre il funicolo spermatico all’interno del canale inguinale e si isolano le vene responsabili del varicocele. Si effettua legatura e sezione delle vene dilatate, si riposizionano in sede le strutture coinvolte e si conclude l’intervento mediante chiusura dell’incisione con dei punti di sutura. La durata totale dell’intervento è di circa 30 minuti.
  • Chirurgia laparoscopica: di solito si effettua per il varicocele bilaterale, in anestesia generale. La finalità dell’intervento è la stessa del precedente, consistendo nella legatura e sezione delle vene dilatate, in questo caso mediante tecnica laparoscopica. La laparoscopia è una tecnica chirurgica mini-invasiva, grazie alla quale il medico operante può accedere alla cavità addominale e alla cavità pelvica di un paziente, senza ricorrere alle grandi incisioni richieste dalla chirurgia tradizionale “a cielo aperto”. Le incisioni laparoscopiche, infatti, misurano solo un centimetro, che è quanto basta per introdurre gli strumenti chirurgici necessari all’isolamento delle vene testicolari dilatate. I tempi di recupero sono ridotti rispetto all’intervento a cielo aperto e la durata totale dell’intervento è di circa 45 minuti.

La legatura delle vene dilatate può essere anche effettuata mediante altre tecniche meno utilizzate o con un livello di legatura differente. L’alternativa alla chirurgia è la sclerotizzazione anterograda (in anestesia locale o spinale) o retrograda (in anestesia locale). In entrambi i casi si effettua l’iniezione di una sostanza sclerosante in corrispondenza delle vene dilatate con lo scopo di creare infiammazione e formazione di un trombo per bloccare il rifornimento di sangue. Benché il successo di tali metodiche sia molto elevato (95%) non sono scevre da effetti collaterali. La complicanza comune a tutte le procedure è la recidiva che dipende dalla tecnica usata. La più bassa percentuale di recidiva (10%) si verifica mediante legatura a livello dell’anello inguinale interno.

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