Far indossare la mascherina anche a Fido sarebbe un grosso problema: qualcuno obietterebbe che le museruole esistono già dall’alba dei tempi, ma per fortuna non c’è bisogno di mascherare i nostri amici a quattro (o meno, o più) zampe. Infatti non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo epidemiologico nella diffusione di SARS-CoV-2, che vede nel contagio tra esseri umani la principale via di trasmissione [1].

Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che alcune specie animali (lontre, tassi, donnole, martore, faina, puzzole e felini) siano suscettibili a SARS-CoV-2, è importante proteggere gli animali da pazienti affetti da Covid-19 (operatori, proprietari, veterinari, ecc.) limitandone l’esposizione. D’altronde il COVID-19 è una e vera e propria zoonosi, ovvero un salto di specie di una malattia: con zoonosi si intende una qualsiasi malattia infettiva in grado di essere trasmessa naturalmente dagli animali all’uomo, o viceversa [2] (questo il nostro articolo che approfondisce le zoonosi e l’origine del COVID-19).
Fino ad ora sono pochissimi i casi accertati in cui un animale da compagnia sia stato infettato da esseri umani: il primo caso registrato in italia, nel barese risale all 12 novembre. Un barboncino è risultato positivo all’interno di una famiglia di positivi, anche se la regione ha rassicurato sulla non contagiosità dell’animale. Inoltre, anche due cani ad Hong Kong e due gatti in Belgio sono risultati positivi, ma fortunatamente entrambi i cani non hanno mai mostrato alcun segno di malattia, mentre il gatto presentava solo qualche lieve disturbo respiratorio e gastrointestinale.
La notizia più curiosa è stata data dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti: sembrerebbe che anche una tigre malese dello Zoo del Bronx, a New York, sia risultata positiva.
Come accade spesso in ambito scientifico, le molte sfaccettature di un problema come questo ci obbligano a fare delle distinzioni: “I gatti e i cani possono essere colpiti da uno specifico Coronavirus, il Canine Enteric Coronavirus (CCoV), che appartiene ai generi di Alphacoronavirus e causa lieve enterite nei cani, infettando le cellule nell’intestino”, afferma Hervé Poulet, Global Head of Pet and Equine Vaccines, mentre Jean-Philippe Tronel, Global Technical Director for Pet Vaccines, osserva che esiste già una vaccinazione contro questa malattia e che sono presenti vaccini polivalenti per cani in Nord America e in alcuni Paesi di Asia e America Latina. Inoltre, facendo riferimento ai felini, esiste il Feline Coronavirus (FCoV), che può causare una grave malattia nei gatti, nota come la peritonite infettiva felina. Per prevenire questa patologia è disponibile un vaccino in alcuni Paesi europei, in Asia e Nord America[3].
Tornando al Sars-Cov2, il più noto e diffuso tipo di Coronavirus contro cui il mondo sta combattendo, si raccomanda, ove possibile, un atteggiamento precauzionale anche nei confronti dei nostri animali domestici. Dovrebbero essere adottate alcune misure protettive a scopo precauzionale, come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE):
- Evitare il più possibile il contatto ravvicinato con il proprio animale se si è infetti (o sospetti tali) da Sars-Cov2 e adottare buone pratiche igieniche (ad es. mantenersi a distanza dagli animali domestici, lavarsi le mani frequentemente, evitare di toccarsi il volto, indossare una mascherina)
- Gli animali appartenenti a proprietari nei quali si sospetta l’infezione da SARS-CoV-2 devono ridurre al minimo i contatti con persone o altri animali ed essere tenuti in casa presso le famiglie o in luoghi o rifugi destinati all’isolamento degli animali, per quanto possibile, non pregiudicando in alcun caso il loro benessere, e per una durata pari all’isolamento raccomandato per l’uomo nella stessa area geografica
- i proprietari devono tenere il proprio animale domestico al guinzaglio quando camminano all’esterno, così da poter garantire la “distanza sociale” dalle altre persone.
In conclusione bisogna sottolineare il fatto che le Autorità veterinarie mantengono sempre stretti rapporti con la Commissione Europea e con l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE), nonché con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO): i veterinari stessi hanno un ruolo chiave nella comunicazione del rischio, in particolare nell’indicare la motivazione delle misure di gestione del rischio adottate. Tutti loro assicurano, in modo coordinato, una comunicazione e una gestione del rischio coerente e appropriata.
È quindi essenziale che il COVID-19 non porti all’applicazione di misure di controllo inadeguate nei confronti degli animali domestici o selvatici, che potrebbero comprometterne severamente (e inutilmente!) il benessere e la salute o avere un impatto negativo sulla biodiversità e sulla sostenibilità dell’allevamento (qui parliamo del legame fra rispetto della biodiversità e dell’ambiente e zoonosi come il COVID-19).
Ricordiamoci sempre che gli animali domestici possono comunque trasmettere altre malattie, quindi restano valide le raccomandazioni sul rispetto delle principali misure igieniche (come ad esempio lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche, prima e dopo essere stati a contatto con gli animali, con la lettiera, ecc.). [4]
Non dimentichiamoci che in questo momento così difficile moltissimi adulti e bambini hanno avuto la fortuna di beneficiare della presenza in casa di un animale domestico: il contatto con gli animali accresce la disponibilità relazionale e comunicativa, contribuendo, attraverso la cura e le attenzioni che diamo loro, a sviluppare un impatto positivo sull’umore, riducendo la solitudine, gli stati d’ansia e la depressione. È dunque molto importante riservare lo stesso rispetto che riserviamo ai nostri cari anche ai nostri amici a quattro zampe, mai come oggi così vicini a noi.
BIBLIOGRAFIA
- [1] Paciello, O., & Iovane, G. IL NUOVO CORONAVIRUS SARS-COV-2 E GLI ANIMALI DOMESTICI.
- [2] Canavesi, F. (2007). Zoonosi e sanità pubblica: un approccio interdisciplinare per un problema emergente. Springer Science & Business Media.
- [3] Tizard, I. R. (2020). Vaccination against coronaviruses in domestic animals. Vaccine, 38(33), 5123.
- [4 Bo, S., Buonavoglia, C., Dall’Ara, P., Di Martino, B., Ferro, F., Gallo, M. G., … & Roura López, X. (2005). Il ruolo del medico veterinario nel controllo sanitario e nella prevenzione delle malattie trasmissibili all’uomo: le malattie zoonosiche del cane e del gatto.
FONTI:
- http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=242
- https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/puglia/barboncino-risultato-positivo-al-covid-nel-barese-primo-caso-in-italia_25358061-202002a.shtml
- https://www.boehringer-ingelheim.it/covid-19/salute-animale/coronavirus-negli-animali-domestici-e-nelluomo-impariamo-le-differenze
- https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=84393
- https://www.oie.int/en/scientific-expertise/specific-information-and-recommendations/questions-and-answers-on-2019novel-coronavirus/oies-response/