Che cos’è la paracentesi?
La paracentesi è una metodica diagnostico-terapeutica che prevede il prelievo di liquido nella cavità peritoneale.
A cosa serve la paracentesi?
Nel corso di alcune patologie, come cirrosi epatica o tumori, si può sviluppare una raccolta di liquido a livello endoperitoneale, denominata ascite. La paracentesi viene eseguita per un duplice scopo:
- Migliorare la sintomatologia del paziente dovuta alla tensione che esercita il liquido nell’addome;
- Analisi diagnostica del liquido peritoneale (ad esempio per peritonite spontanea batterica o per patologie neoplastiche).
Come funziona la paracentesi?
Al paziente supino, previa anestesia dell’area interessata, viene inserito, con guida ecografica, un ago di opportuna larghezza ad una profondità di 2-5 cm: successivamente, l’ago viene rimosso, lasciando in sede un catetere connesso ad un tubo che porta ad una sacca di drenaggio. Si possono drenare fino a 10 litri di liquido ed al paziente può essere somministrata albumina intravenosa per prevenire una ipotensione. La procedura dura mediamente 20-30 minuti.
La paracentesi presenta controindicazioni?
La paracentesi è controindicata in pazienti con squilibri della coagulazione o che assumono terapia anticoagulante o antiaggregante, per l’elevato rischio emorragico. Inoltre, la procedura è controindicata in caso di grave ipertensione portale.
La paracentesi è sicura se realizzata da personale esperto: tuttavia, può presentare rari effetti avversi come complicanze emorragiche, infettive o perforazioni.
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