Di Chiara Di Lucente
Spesso è vista come un tabù, ma in realtà la salute mentale è parte integrante del nostro benessere. Ecco perché ce ne dobbiamo prendere cura
È il 27 luglio 2021, siamo a Tokyo, dove si stanno svolgendo le olimpiadi. Simone Biles, 24enne statunitense, 5 volte campionessa mondiale di ginnastica artistica e con all’attivo ben 19 medaglie d’oro, annuncia di volersi ritirare dalla competizione. “Dobbiamo proteggere le nostre menti e i nostri corpi e non limitarci a uscire e fare ciò che il mondo vuole che facciamo”, dichiarerà ai giornali, innescando un vero e proprio caso mediatico. In realtà Biles, insieme ad altri – pochi, c’è da dirlo – atleti, con un atto di coraggio ha messo in luce l’importanza del benessere della persona, che passa anche dalla salute mentale. “La terapia mi ha aiutato molto”, ha spiegato la ginnasta. “Ora devo concentrarmi sulla mia salute mentale e non mettere a repentaglio la mia salute e il mio benessere”.
Perché è importante parlare di salute mentale? Lo abbiamo visto con lo scorso articolo: secondo la definizione ufficiale di salute dell’OMS questa corrisponde a “Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non solo la mera assenza di malattia o infermità“. La nostra risposta, quindi, è già all’interno di questa frase: non si può parlare di salute se non si considera anche la salute mentale.

Salute mentale, perché non se ne parla?
Salute mentale è un termine ampio, che racchiude il benessere emotivo, psicologico e sociale di ciascuna persona e influenza il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo. Non solo: il nostro stato di salute mentale è determinante nel gestire le decisioni della nostra vita quotidiana, le relazioni con gli altri e anche le scelte di salute. Sebbene i termini siano spesso usati in modo intercambiabile, una cattiva salute mentale e le malattie mentali non sono la stessa cosa: una persona può sperimentare una cattiva salute mentale ma non avere una diagnosi di malattia mentale e, allo stesso modo, una persona a cui è stata diagnosticata una malattia mentale può sperimentare periodi di benessere fisico, mentale e sociale. Ciò che è fondamentale, comunque, è l’importanza e l’influenza che ha la dimensione mentale sulla salute di ciascuno di noi.
In realtà, però, la relazione tra salute e salute mentale non è così ovvia, specie nella nostra società: spesso l’importanza della salute mentale viene sottovalutata, e, nonostante numerosi studi indicano che le persone con disturbi mentali stanno aumentando, chi necessita di trattamenti che aiutino la propria salute mentale spesso e volentieri non li ricevono. Questo succede per svariati motivi, primo tra tutti lo stigma della salute mentale. Di cosa si tratta? In psicologia sociale, lo stigma è l’attribuzione di qualità negative a una persona o a un gruppo di persone, dettata dal pregiudizio. Nel caso della salute, lo stigma fa sì che si inneschino giudizi negativi nei confronti di chi è affetto da una malattia: il risultato sono comportamenti discriminatori che non fanno altro che peggiorare la salute stessa delle persone, oltre che la qualità della loro vita. Si parla di stigma con numerose malattie, come l’Aids, il diabete, Covid-19, ma soprattutto in caso di malattie mentali.
Lo stigma della salute mentale è ritenuto dagli esperti del settore una barriera significativa alla ricerca e all’ottenimento di cure: è come se venissimo discriminati per aver preso un’influenza e facessimo fatica sia a farcela diagnosticare che a cercare e ottenere le cure più adatte. Ovviamente questo ha degli esiti molto importanti sulla salute in generale.
Salute mentale, le parole per descriverla contano
Un altro degli ostacoli principali all’integrazione delle iniziative di salute mentale nei programmi sanitari globali e nei servizi di assistenza sanitaria è uno scarso consenso su cosa sia effettivamente la salute mentale: questa, infatti, può essere definita come l’assenza di malattia mentale o può essere definita come uno stato dell’essere che include anche i fattori biologici, psicologici o sociali che contribuiscono allo stato mentale di un individuo e alla capacità di funzionare all’interno del suo contesto.
L’OMS, per esempio, afferma che la salute mentale è “uno stato di benessere nel quale una persona può realizzarsi, superare le tensioni della vita quotidiana, svolgere un lavoro produttivo e contribuire alla vita della propria comunità”. Non tutti gli studiosi concordano con questa definizione: alzare l’asticella della salute mentale enfatizzando solo lo stato di benessere può creare aspettative irrealistiche e incoraggiare le persone a mascherare la maggior parte delle loro emozioni fingendo felicità costante. Anche il concetto di funzionamento positivo suscita perplessità, in quanto implica che una persona ad un’età o in una condizione fisica o anche politica che gli impedisca di lavorare in maniera produttiva non è per definizione in buona salute mentale. Gli esperti quindi stanno riflettendo su definizioni di salute mentale più inclusive e meno stigmatizzanti.
Cosa influenza la salute mentale?
Come non è facile capire cosa sia la salute mentale, non è immediato neanche capire cosa la influenzi, anche perché, come nel caso della salute in generale, a determinare la salute mentale intervengono una miriade di fattori. I determinanti della salute mentale e dei disturbi mentali, infatti, includono sia gli attributi di ciascuna persona (come la capacità di gestire i propri pensieri, le proprie emozioni, i propri comportamenti e le relazioni con gli altri) e i vissuti personali, ma anche fattori sociali, culturali, economici, politici ed ambientali. Molto impattanti sulla salute mentale, infatti, sono le politiche adottate a livello nazionale, la protezione sociale, lo standard di vita, le condizioni lavorative ed il supporto sociale offerto dalla comunità.
Numerosi studi, infatti, ci dicono che i fattori di rischio comuni alla maggior parte dei disturbi mentali sono strettamente connessi alle disuguaglianze sociali: vengono trovate sempre più correlazioni tra una scarsa salute mentale e l’emarginazione sociale, l’impoverimento, le violenze e maltrattamenti domestici, ma anche l’eccessivo carico di lavoro e lo stress. Questo è un problema per tutta la sanità pubblica, spesso una scarsa salute mentale influisce su altre malattie come il cancro, le malattie cardiovascolari e l’Aids, ed è a sua volta influenzata da queste.
È cruciale, quindi, per avere cura della salute mentale di ciascuno, intraprendere azioni per migliorare le condizioni di vita quotidiana, ma non solo a livello personale: per il raggiungimento di questo obiettivo l’azione deve essere universale, rivolgendosi all’intera società al fine di ridurre le disuguaglianze. Perciò, l’OMS ritiene importante che in tutti i settori si assicuri che i propri programmi e le proprie strategie non siano dannose per la salute mentale e potenzialmente riducano le diseguaglianze.
Fonti:
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https://www.cdc.gov/mentalhealth/learn/index.htm
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http://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/112828/9789241506809-ita.pdf?sequence=5
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https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2448_allegato.pdf
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