L’utero è l’organo dell’apparato femminile coinvolto nella fecondazione e nello sviluppo del feto. È posto al centro della piccola pelvi, ha la forma di una pera rovesciata formata da un corpo e un collo costituito dalla cervice uterina che rappresenta il punto di passaggio tra l’utero e la vagina. L’utero ha delle caratteristiche variabili in relazione all’anatomia e alla sua posizione. L’utero è formato da tre strati, dall’interno all’esterno: endometrio formato da cellule epiteliali e ghiandolari, miometrio che costituisce la porzione muscolare dell’organo e perimetro che rappresenta la struttura di rivestimento dell’utero.
Il tumore dell’utero deriva dalla proliferazione incontrollata ed anomala delle cellule che lo compongono. Il tumore più frequente è il carcinoma endometriale derivante dall’epitelio di rivestimento della parete interna dell’organo (endometrio). I tumori dell’endometrio sono adenocarcinomi derivanti dall’epitelio ghiandolare di questa struttura e interessa principalmente le donne di età medio-avanzata (tra i 50 e i 70 anni). Una piccola percentuale dei casi (3 %) di tumore dell’utero è rappresentata dai sarcomi derivanti dal miometrio.
Quali sono i fattori di rischio?
Il tumore dell’endometrio è molto sensibile alla stimolazione estrogenica, per questo motivo è più frequente in condizioni di squilibrio ormonale:
- Terapia ormonale sostitutiva
- Obesità
- Diabete
- Menarca precoce
- Menopausa tardiva
- Sindrome dell’ovaio policistico
- Ormonoterapia adiuvante per carcinoma mammario
- Infertilità
- Assenza di ovulazione
- Età: più frequente nelle donne tra i 50 e i 70 anni
A questi si associano mutazioni genetiche che coinvolgono geni di riparazione del DNA cellulare (gene K-ras) e geni di regolazione del ciclo cellulare (p53). In circa l’1-2% dei casi il carcinoma endometriale insorge in donne con sindrome di Lynch.
Quali sono i sintomi?
Il tumore dell’utero può rimanere asintomatico per molto tempo e dare manifestazione di sé solo in fase avanzata. I sintomi e segni più comuni sono:
- Sanguinamento uterino anomalo recidivante in donne in menopausa o nella fase intermestruale.
- Perdite vaginali abbondanti, spesso maleodoranti.
- Dolore pelvico e/o lombare.
- Perdita di peso.
Come si fa la diagnosi?
In presenza di fattori di rischio e sintomatologia sospetta, è necessario sottoporsi a visita ginecologica. Il medico ginecologo effettuerà:
- Ecografia transvaginale: è un esame semplice e non doloroso che mediante l’introduzione di una sonda ad ultrasuoni in vagina, permette una valutazione accurata delle caratteristiche dell’endometrio. È il primo esame diagnostico finalizzato a valutare un ispessimento anomalo della parete interna dell’utero.
- Isteroscopia con biopsia: è un esame di secondo livello, effettuato dopo aver individuato anomalie dell’endometrio all’ecografia transvaginale. È un esame endoscopico, eseguito in regime ambulatoriale, che prevede l’introduzione in vagina e nell’utero di uno strumento flessibile e sottile che permette di prelevare tessuto endometriale destinato all’analisi istologica. È un esame fondamentale per identificare la natura della lesione uterina.
Dopo aver posto diagnosi di tumore dell’endometrio, è necessario richiede ulteriori esami strumentali di completamento diagnostico al fine di valutare l’estensione della malattia (stadiazione). Si effettuerà quindi: radiografia del torace, TAC, risonanza magnetica pelvica e addominale. Il tumore dell’endometrio tende a diffondere agli organi circostanti, ai linfonodi e tramite il sangue al fegato, ai polmoni e alle ossa.
Come si tratta?
Il primo approccio terapeutico al tumore dell’utero è chirurgico mediante chirurgia tradizionale o spesso mini-invasiva (laparoscopica); in pazienti anziane, obese, con prolasso uterino o altro rischio anestesiologico l’intervento chirurgico può essere effettuato per via transvaginale. La chirurgia consiste nell’isterectomia (rimozione dell’utero) con annessiectomia bilaterale (rimozione delle tube di Falloppio e delle ovaie), linfoadenectomia e valutazione della presenza di metastasi peritoneali (del peritoneo che rappresenta la membrana di rivestimento degli organi addominali). Nel trattamento multimodale dei tumori in stadio avanzato, la terapia chirurgica è affiancata da:
- Radioterapia: si basa sull’utilizzo di radiazioni che hanno lo scopo di distruggere le cellule tumorali. La radioterapia può essere esterna o interna (brachiterapia) che si basa invece sull’introduzione nell’utero di ovuli radioattivi direttamente a contatto con il tumore.
- Chemioterapia: è utile nei tumori in stadio avanzato e metastatici. Si basa sulla somministrazione di farmaci per via sistemica.
- Ormonoterapia: utilizzata nei tumori che esprimono recettori per gli ormoni sessuali (estrogeni e progesterone); si basa sulla somministrazione di sostanze in grado di bloccare l’attività ormonale, considerata uno dei fattori di crescita della malattia.
È possibile prevenire il tumore dell’utero?
Diversamente dal tumore della cervice uterina, non esistono strumenti di prevenzione primaria come la vaccinazione o strumenti di prevenzione secondaria (indagini di screening). È importante eliminare i fattori di rischio quando possibile e sottoporsi a controlli ginecologici periodici.
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