Il prolasso della valvola mitrale è una patologia della valvola mitrale (che permette il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro) caratterizzata da una chiusura anomala della valvola, con protrusione nell’atrio sinistro di uno o entrambe le strutture che compongono l’apparato valvolare (lembi mitralici) causando un’insufficienza della valvola di vario grado. Il prolasso della valvola mitrale è presente nel 5-10% della popolazione generale, più frequente tra le donne giovani, ma può essere presente in entrambi i sessi e a tutte le età. È stata osservata un’aumentata incidenza familiare che suggerirebbe un’ereditarietà della patologia.

Quali sono le cause?

Il prolasso della valvola mitralica si distingue in primario e secondario. Il prolasso valvolare mitralico primario o idiopatico (senza causa apparente), è dovuto a un’alterazione del collagene che provoca una degenerazione delle componenti fibrose dell’apparato valvolare con assottigliamento e/o allungamento delle corde tendine e dilatazione della valvola. Il prolasso mitralico secondario si osserva in associazione a malattie del connettivo (sindrome di Marfan, lupus eritematoso sistemico, panarterite nodosa), nelle miocardiopatie ischemiche, nella malattia di Von Willebrand.

Quali sono i sintomi?

Le manifestazioni cliniche del prolasso valvola mitralico sono estremamente variabili e spesso il difetto è asintomatico. Quando presenti, i sintomi più comuni sono: palpitazioni (percezione di battito cardiaco accelerato), dolore toracico, astenia (debolezza)e facile affaticabilità, dispnea (difficoltà a respirare). Nei casi più gravi possono essere presenti segni e sintomi di scompenso cardiaco e sincope (svenimento) nel caso di aritmie maggiori.

Come si fa diagnosi?

Essendo spesso asintomatica, la diagnosi può essere occasionale durante un esame ecocardiohgrafico al cuore di routine. La diagnosi è suggerita dalla familiarità, dai sintomi e della presenza di un soffio cardiaco all’auscultazione del cuore durante visita medica. Il medico può richiedere, qualora lo ritenesse necessario, ulteriori esami di approfondimento quali:

  • Elettrocardiogramma (ECG): registra l’attività elettrica del cuore; in genere è normale e non presenta alterazioni caratteristiche. Nelle fasi più avanzate possono comparire aritmie e segni di dilatazione, ingrandimento e sovraccarico delle sezioni sinistre del cuore.
  • Ecocardiogramma: è l’esame diagnostico più importante.Può essere transtoracico o transesofageo. La prima valutazione viene effettuata mediante ecocardiogramma transtoracico che permette di studiare, anche mediante l’uso del color Doppler, la morfologia e la funzionalità delle camere cardiache e delle strutture valvolari. Mediante ecocardiogramma è possibile valutare il flusso di sangue attraverso la valvola mitralica, espressione della gravità dell’insufficienza valvolare che indirizza il medico nella scelta della modalità di trattamento più adeguata. L’ecocardiogramma transesofageo, richiesto in casi dubbi, è una metodica molto più accurata, che permette di ottenere informazioni più dettagliate.
  • Radiografia del torace: la morfologia e la volumetria cardiache sono in genere normali, a meno che il prolasso non causi un’insufficienza mitralica significativa.

Come si tratta?

L’approccio terapeutico dipende dalla gravità dell’insufficienza mitralica (se presente) e dalla necessità di prevenire le complicanze. Nella maggior parte dei casi il prolasso della valvola mitrale è asintomatico e non necessita di trattamento. Sono opportuni periodici controlli clinici ed ecocardiografici mediante visita cardiologica. Se ci sono aritmie, può essere prescritto l’impiego di farmaci antiaritmici. In caso di insufficienza mitralica cronica primitiva grave è indicato l’intervento chirurgico di riparazione (preferibilmente) o di sostituzione della valvola mitralica.

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