Il nodulo tiroideo è una patologia della ghiandola tiroidea molto frequente, si ritrova nel 5-10 % della popolazione generale. La prevalenza della patologia nodulare tiroidea cresce con l’avanzare dell’età ed è maggiore nelle zone carenti di iodio. Nella maggior parte dei casi i noduli tiroidei sono benigni, i tumori maligni della tiroide costituiscono non più del 5-10 % di tutti i noduli. I noduli tiroidei sono ingrossamenti anomali ben circoscritti e delimitati di porzioni della tiroide. Possono essere singoli o multipli, di dimensioni variabili in una tiroide normale o globalmente aumentata di volume. Possono essere liquidi, solidi o misti.

Quali sono le cause?

Il meccanismo fisiopatologico che porta alla formazione dei noduli tiroidei non è chiaro. Un ruolo fondamentale è svolto dalla carenza di iodio nella dieta che caratterizza alcune aree geografiche, in particolare l’Italia. Lo iodio è un componente fondamentale per la formazione degli ormoni tiroidei e per la corretta funzionalità della ghiandola tiroide. Il nodulo tiroideo può svilupparsi anche spontaneamente, dopo interventi di tiroidectomia parziale, in corso di tiroidite (infiammazione della tiroide), o derivare da patologia benigna (adenoma, cisti) o maligna.

Quali sono i sintomi?

Spesso i noduli alla tiroide sono asintomatici e non si rendono visibili all’ispezione del collo. In caso di noduli di maggiori dimensioni o funzionanti (biologicamente attivi e responsabili di iperfunzione ghiandolare), può manifestarsi una sintomatologia da compressione delle strutture circostanti, da aumentata produzione degli ormoni tiroidei che sono fondamentali per il mantenimento dell’omeostasi dell’organismo e dalla presenza di una tumefazione (rigonfiamento) visibile sul collo.

Come si fa diagnosi?

In presenza di nodulo tiroideo visibile o riscontrato occasionalmente, ai fini diagnostici è importante effettuare:

  • Accurata anamnesi e esame obiettivo del paziente e della tumefazione del collo se presente. Tutto ciò permette di identificare fattori di rischio e caratteri di malignità del nodulo.
  • Analisi del sangue: per valutare la funzione della tiroide, per effettuare il dosaggio degli anticorpi anti-tiroidei e per misurare la presenza di calcitonina (prodotta da un tumore maligno della tiroide).
  • Ecografia della tiroide: fornisce informazioni sulla natura solida o liquida della lesione nodulare. Definisce le dimensioni del nodulo, i margini, la presenza di calcificazioni e la vascolarizzazione. Tutte queste informazioni, sono necessarie alla definizione del successivo passo diagnostico e alla scelta di effettuare un agoaspirato sotto guida ecografica della lesione. L’agobiopsia della tiroide è un esame bioptico moderatamente invasivo, che consiste nel prelievo di un campione di cellule della tiroide, tramite un apposito ago, e nella loro successiva analisi citologica. Indirizza il medico sulle caratteristiche della lesione e sulla scelta del trattamento.
  • Scintigrafia della tiroide: la scintigrafia tiroidea è un esame diagnostico di medicina nucleare, che permette di studiare nei dettagli la tiroide, dal suo funzionamento alle sue anomalie. La scintigrafia tiroidea definisce la forma, le dimensioni e la localizzazione dei noduli e l’influenza che hanno sull’attività ormonale della tiroide.

Come si trattano i noduli tiroidei?

La terapia del nodulo tiroideo varia in base alle caratteristiche del nodulo:

  • Terapia chirurgica se vi sono sospetti di malignità o se le dimensioni del nodulo sono tali da causare sintomatologia compressiva a carico della trachea, dell’esofago e dei vasi sanguigni del collo. La chirurgia consiste nella rimozione esclusivamente del nodulo, di un lobo tiroideo o dell’intera tiroide.
  • Monitoraggio: in caso di noduli che non provocano alcun disturbo (funzionalità normale della tiroide, esame citologico nella norma, noduli stabili nel tempo, assenza di disturbi locali).
  • In caso di noduli che producono un eccesso di ormoni tiroidei, la terapia prevede: l’impiego di farmaci in grado di ridurre la produzione degli ormoni tiroidei da parte della tiroide; l’impiego della terapia radiometabolica medico-nucleare (radioiodio) in grado di ridurre la funzionalità dei noduli; l’impiego della terapia chirurgica con asportazione della tiroide (tiroidectomia) che può essere parziale o totale.
  • In caso di noduli benigni e normofunzionanti la terapia medica può prevedere in alcuni casi la somministrazione dell’ormone tiroideo (L-tiroxina) che può determinare la regressione del nodulo e/o l’arresto della crescita.

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