La malattia infiammatoria pelvica (PID) è una sindrome caratterizzata da un ampio spettro di infezioni del tratto genitale superiore. È un’infiammazione acuta o cronica che interessa gli organi riproduttivi femminili e le strutture adiacenti. Le sedi più comunemente colpite sono le tube di Falloppio, l’utero, le ovaie e il peritoneo (membrana di rivestimento degli organi pelvici e addominali).

Quali sono le cause?

La malattia infiammatoria pelvica è spesso causata da agenti infettivi sessualmente trasmessi e/o da altri microrganismi dell’apparato genitale femminile. I microrganismi patogeni più comunemente coinvolti sono Chlamydia trachomatis e Neisseria gonorrhoeae. È una patologia molto frequente nella popolazione femminile di età giovanile e i fattori di rischio maggiormente coinvolti sono:

  • Età compresa tra 15 e 25 anni
  • Ectropion cervicale
  • Abitudini sessuali a rischio: rapporti sessuali non protetti e promiscui, età precoce del primo rapporto sessuale, partner sessuali multipli
  • Scarse condizioni igienico-sanitarie
  • Immunodepressione (infezione da HIV)
  • Fumo di sigaretta, droghe e alcool
  • Procedure mediche invasive (isteroscopia)
  • Dispositivi intrauterini che aumentano il rischio di malattia di tre volte rispetto alla popolazione generale

Quali sono i sintomi?

La sintomatologia correlata alla malattia infiammatoria pelvica è ampia, variabile e spesso aspecifica. I segni e sintomi più comuni sono:

  • Dolore pelvico
  • Febbre superiore a 38 °C
  • Secrezioni vaginali mucopurulente e maleodoranti
  • Dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia)
  • Sanguinamenti intermestruali
  • Disturbi urinari (minzione dolorosa e/o difficoltosa)

Nella maggior parte dei casi la malattia infiammatoria pelvica è asintomatica.

Quali sono le complicanze?

Le complicanze più temute sono:

  • Infertilità
  • Gravidanza extrauterina
  • Occlusione delle tube di Falloppio
  • Dolore pelvico cronico
  • Infezioni genitali ricorrenti

Come si fa la diagnosi?

Spesso la malattia infiammatoria pelvica è asintomatica o se presenti, i sintomi sono molto aspecifici. È importante quindi sottoporsi a visita medica ginecologica in cui oltre alla valutazione clinica, verranno effettuate ulteriori indagini diagnostiche: analisi del sangue, tampone cervici-vaginale, analisi delle urine e urinocoltura, ecografia transvaginale, risonanza magnetica (RM), biopsia endometriale (utile per la diagnosi istologica di infiammazione dell’endometrio), laparoscopia esplorativa. Quest’ultima rappresenta l’esame “gold standard” per la diagnosi di malattia infiammatoria pelvica; è una tecnica chirurgica mini-invasiva diagnostica e spesso terapeutica. Si basa sull’introduzione di un laparoscopio munito di telecamera in cavità addominale mediante piccoli fori sull’addome. Consente, con estrema accuratezza, di individuare l’origine dell’infiammazione e di prelevare campioni tissutali o di liquido peritoneale da analizzare permettendo l’identificazione del microrganismo responsabile.

Come si cura?

La malattia infiammatoria pelvica è responsabile, se non diagnosticata e adeguatamente trattata, di complicanze non trascurabili. Le forme lievi-moderate di infiammazione possono essere trattate con terapia antibiotica orale, mentre i casi di malattia infiammatoria pelvica severa, necessitano di ospedalizzazione per attuare una terapia antibiotica endovenosa ad alte dosi e trattare le eventuali complicanze. È importante astenersi dai rapporti sessuali durante il trattamento e valutare lo stato di salute del partner. Raramente il trattamento richiede l’intervento chirurgico.

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