Il glaucoma è un insieme di malattie oftalmologiche degenerative caratterizzate dalla lenta distruzione del nervo ottico, che veicola le informazioni visive al cervello. Tale danno, se non trattato, conduce ad una progressiva ed irreversibile perdita della vista.
Pur essendo una condizione comune, molte diagnosi di glaucoma avvengono in ritardo perché i sintomi possono rimanere silenti per lungo tempo, determinando una usura del nervo ottico difficile o impossibile da trattare.
Nella maggior parte dei casi il danno al nervo ottico è dovuto a un aumento della pressione all’interno dell’occhio, a causa del blocco della circolazione di umor acqueo o del suo drenaggio.
Che cos’è il glaucoma?
Il danno a carico del nervo ottico che si riscontra nel glaucoma è determinato da una serie di cause, la principale delle quali è l’aumento della pressione all’interno dell’occhio.
Il bulbo oculare contiene all’interno una sostanza liquida idrosalina, denominata umor acqueo, che ha diverse funzioni come dare la forma all’occhio e nutrire le diverse componenti non vascolarizzate. Normalmente questo liquido viene continuamente prodotto e drenato affinché il suo volume rimanga costante. Nel glaucoma, una serie di cause possono determinare un difficile drenaggio dell’umor acqueo che, accumulandosi, aumenta la pressione nell’occhio e causa il danno al nervo ottico.
Alcune condizioni che aumentano la possibilità di sviluppare glaucoma sono:
- età (l’incidenza della malattia aumenta invecchiando);
- origine etnica (africani ed asiatici sono più propensi a sviluppare alcuni tipi di glaucoma);
- storia familiare (la presenza di casi in famiglia aumenta il rischio di sviluppare la malattia);
- altre condizioni come la miopia, l’ipermetropia e il diabete.
In un numero limitato di casi, è possibile attribuire l’aumento della pressione oculare e lo sviluppo di glaucoma ad eventi specifici, come:
- accumulo di materiale esfoliato nei canali di drenaggio dell’occhio (il glaucoma pseudoesfoliativo);
- uveite (infiammazione dello strato intermedio dell’occhio);
- utilizzo prolungato di colliri al cortisone;
- crescita anomala di vasi sanguigni che ostruiscono il drenaggio dell’umor acqueo (il glaucoma neovascolare);
- problemi nella crescita dell’occhio (causa di glaucoma nei bambini e negli adolescenti)
Quali sono i tipi di glaucoma?
Ci sono diversi tipi di glaucoma:
- Glaucoma primario ad angolo aperto: è la forma più comune. È una malattia bilaterale, a carattere cronico e progressivo, che compare dopo i 40 anni. L’ipertono oculare è il dato fondamentale allo sviluppo della patologia, ma non è l’unica causa sufficiente a sostenerla.
- Glaucoma a bassa pressione o pressione normale: occasionalmente il danno al nervo ottico può verificarsi in persone con pressione oculare normale.
- Glaucoma acuto ad angolo chiuso: si verifica quando la pressione all’interno dell’occhio aumenta rapidamente perché i canali di deflusso dell’umor acqueo vengono chiusi dall’iride (la componente pigmentata dell’occhio) che si addossa alla cornea, causando l’insorgenza di una severa sintomatologia, caratterizzata da dolore, nausea, visione offuscata e arrossamento degli occhi. Richiede trattamento medico immediato in quanto può verificarsi un danno visivo permanente in un tempo molto breve.
- Glaucoma congenito: è una forma rara di glaucoma causata da un sistema di drenaggio anormale. Può esistere alla nascita o svilupparsi in seguito. I genitori possono notare che il bambino è sensibile alla luce, ha occhi ingrossati e torbidi e lacrimazione eccessiva.
- Glaucomi secondari: possono svilupparsi a seguito di altri disturbi dell’occhio quali traumi, cataratta o uveite. L’uso di corticosteroidi ha la tendenza ad aumentare la pressione oculare quindi queste dovrebbero essere controllate frequentemente quando si utilizzano questi farmaci.
Quali sono i sintomi di glaucoma?
Il glaucoma ad angolo aperto primario è il tipo più comune ed il più problematico: poiché l’ipertono si instaura lentamente, il danno a carico del nervo ottico progredisce spesso in maniera subdola. Uno dei primi sintomi è la perdita della visione periferica, che avviene generalmente in entrambi gli occhi, sebbene uno possa essere colpito più rispetto all’altro. Per questo solitamente i pazienti affetti iniziano non vedere gradini, urtare contro pareti o spigoli, avere difficoltà alla guida, notare parole mancanti durante la lettura.
Tutto questo mantenendo una acuità visiva alta (dieci decimi) poiché la visione centrale viene in genere colpita per ultima (ecco perchè semplice “esame della vista” non è sufficiente ad escludere la presenza del glaucoma). Solo quando è stata persa gran parte della visione, il glaucoma si palesa in maniera chiara ma a questo punto il danno è irreversibile. Il trattamento infatti non può recuperare ciò che è stato perso ma può solo arrestare, o almeno rallentare, il processo.
Ecco perché è così importante rilevare il problema il prima possibile, per poter iniziare il trattamento quando la visione non è stata colpita in maniera grave.
Nel glaucoma acuto invece i sintomi sono generalmente evidenti: grave dolore oculare e arrossamento, visione ridotta, aloni colorati, cefalea, nausea e vomito.
Come si fa diagnosi di glaucoma?
Poiché il glaucoma è una patologia subdola che può passare inosservata per lungo tempo e considerando che la degenerazione del nervo ottico è un processo irreversibile, la diagnosi precoce è fondamentale per salvaguardare il campo visivo.
Uno dei test principali per la diagnosi di glaucoma è la tonometria: si basa sulla misurazione della pressione oculare, che si attua attraverso uno strumento (tonometro) posizionato delicatamente sulla superficie dell’occhio (precedentemente rivestita di anestetico locale).
Altri esame utili sono:
- la gonioscopia: misurazione dell’angolo tra cornea ed iride per classificare il tipo di glaucoma);
- il test del campo visivo: per individuare, attraverso la visione o meno di puntini illuminati in un campo oscuro, l’eventuale presenza di aree “cieche” alla vista, possibile segno di danno da glaucoma;
- l’analisi del nervo ottico: realizzata dall’oculista attraverso l’uso di una lampada a fessura;
- la tomografia ottica computerizzata: un esame non invasivo che analizza la condizione della cornea e della retina.
Come si tratta il glaucoma?
Sebbene non vi sia una cura per il glaucoma, di solito può essere controllato e un’ulteriore perdita della vista può essere prevenuta o almeno rallentata.
Per affrontare il glaucoma, è possibile procedere in modi diversi a seconda del tipo di glaucoma (acuto o cronico) e del grado di serietà del problema.
Il primo tentativo solitamente prevede l’utilizzo di colliri in grado di abbassare la pressione all’interno dell’occhio. I farmaci più usati sono i beta bloccanti e gli analoghi delle prostaglandine, ancora più efficaci e meglio tollerati.
Fondamentale è la costanza. È necessario prendere confidenza con il collirio e imparare a somministrarselo senza aiuti esterni. Il trattamento farmacologico non va inoltre cambiato di propria iniziativa, ma solo dopo aver chiesto il parere del medico curante.
Gli interventi chirurgici vengono scelti quando il trattamento farmacologico non è efficace per ridurre la pressione all’interno dell’occhio e sono principalmente:
- Intervento con argon laser: ha lo scopo di allargare i canali da cui defluisce l’umore acqueo, ristabilendo così la pressione all’interno dell’occhio. L’efficacia del trattamento è generalmente limitata nel tempo. L’intervento dura pochi minuti e può essere eseguito in regime ambulatoriale, cioè senza bisogno di ricovero ospedaliero. Inoltre non è necessario che la persona si sottoponga ad anestesia. Dopo l’intervento con il laser, è possibile riprendere le normali attività quotidiane, con l’accortezza però di applicare per tre o quattro giorni un collirio che ha lo scopo di evitare un aumento della pressione interna dell’occhio, che si può verificare dopo l’operazione.
- Chirurgia: viene scelta quando si ritiene che l’intervento meno invasivo, con il laser, non sia sufficiente per risolvere in modo soddisfacente un tipo di glaucoma, soprattutto quello cronico con angolo aperto oppure quando gli occhi hanno subito un danno abbastanza grave e non ci si può esporre al rischio di un ulteriore peggioramento. Con gli strumenti chirurgici si crea un canale (trabeculectomia) attraverso il quale l’umore acqueo possa defluire, evitando quindi l’aumento della pressione. Questo intervento richiede una sedazione generale o un’anestesia totale.
È possibile prevenire il glaucoma?
Non è possibile prevenirlo ma sicuramente si può individuare il glaucoma per tempo quando i sintomi sono praticamente inesistenti e il danno è ancora minimo. Per questo motivo è indispensabile sottoporsi a visite oculistiche periodiche, almeno una volta ogni anno dopo aver compiuto quarant’anni. Solo così è possibile individuare i piccoli difetti dell’occhio che possono far sospettare un inizio di glaucoma.
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