L’endocardite è un’infiammazione dell’endocardio, il tessuto di rivestimento delle camere cardiache (atri e ventricoli) e delle valvole cardiache. Le cause più frequenti sono infettive, più raramente immunologiche. Se non curata, l’endocardite può danneggiare gravemente i tessuti del cuore e le valvole cardiache ed essere causa di cardiopatia cronica. L’endocardite causa spesso restringimento (stenosi) e/o (incontinenza) insufficienza (a carico) delle strutture valvola del cuore. È più frequente nei soggetti che hanno un difetto congenito o portatori di protesi valvolari (valvole cardiache artificiali), soprattutto nel primo anno dopo l’impianto. Il maggior numero di casi di endocardite è correlato all’età e si manifesta spesso in soggetti di sesso maschile.

Quali sono le cause?

L’endocardite infettiva è un processo immunitario dovuto alla localizzazione di microrganismi sull’endocardio, più frequentemente valvolare, dove danno origine a formazioni caratteristiche (vegetazioni). I microrganismi coinvolti spesso derivano dal cavo orale, dalle alte vie aeree, dalla cute, dal colon e dall’apparato uro-genitale. Il loro passaggio in circolazione è favorito da particolari manovre:

  • Interventi odontoiatrici
  • Traumatismi cutanei (aghi di tossicodipendenti)
  • Posizionamento di dispositivi intracardiaci
  • Indagini endoscopiche a livello di retto e colon
  • Cateterismi delle vie urinarie
  • Raschiamenti uterini

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, non si riesce a individuare una causa che predispone alla presenza di batteri nel sangue (batteriemia) che possono raggiungere il cuore e le valvole cardiache. Sono frequenti le endocarditi da streptococchi, enterococchi e al secondo posto da stafilococchi.

Quali sono i sintomi?

I sintomi di presentazione dell’endocardite infettiva sono altamente variabili. A seconda della modalità di insorgenza l’endocardite può essere: acuta (i sintomi insorgono e peggiorano in pochi giorni) o subacuta (i sintomi si manifestano lentamente, in settimane o mesi). I sintomi iniziali di endocardite batterica sono spesso simil-influenzali e includono:

  • Febbre (>38°C)
  • Astenia (debolezza)
  • Brividi
  • Assenza di appetito
  • Mal di testa
  • Dolori articolari
  • Sintomi meno comuni ma caratteristici dell’endocardite sono:
  • Sudorazioni notturne
  • Dimagrimento
  • Pallore
  • Tosse persistente
  • Soffio al cuore e disturbi del ritmo cardiaco di nuova insorgenza 
  • Embolia settica (30% dei casi) che può coinvolgere tutti i distretti corporei con segni caratteristici come lesioni di Janeway (lesioni cutanee emorragiche non dolorose sui palmi delle mani e piante dei piedi), petecchie, tromboembolia generalizzata con infarti.
  • Edema localizzato in mani, gambe o piedi;
  • Anemia e leucocitosi;
  • Confusione mentale;
  • Patologie da immunocomplessi: glomerulonefrite, noduli di Osler (lesioni periungueali dolorose), macchie di Roth sulla retina.

Come si fa diagnosi?

L’endocardite infettiva deve essere sospettata in presenza di febbre di natura indeterminata e accompagnata da dolori articolari associate a un soffio cardiaco di nuova insorgenza o a variazione delle caratteristiche di un soffio preesistente. Di fronte a questi riscontri il medico può approfondire le indagini diagnostiche con altri esami:

  • Analisi del sangue: per la ricerca di batteri mediante esame colturale del sangue (emocoltura) o per la valutazione di aumento degli indici infiammatori, di anemia e di leucocitosi. L’emocolture devono essere effettuate più volte a distanza di tempo e prima di terapia antibiotica.
  • Ecocardiogramma transitoracico e/o transesofageo: mediante sonda ad ultrasuoni posta sul torace (transtoracico) o mediante esame endoscopico (transesofageo) è possibile mettere in evidenza vegetazioni ed eventuale nuova insorgenza di malattia valvolare cardiaca. L’ecocardiogramma transesofageo è un esame molto più preciso e accurato, più frequentemente utilizzato in questa patologia rispetto all’ecocardiogramma transtoracico soprattutto nei pazienti obesi, con alterazioni della gabbia toracica, affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva in cui può risultare inadeguato nel 20 % dei casi.
  • Elettrocardiogramma (ECG): registra l’attività elettrica del cuore e consente di individuare l’insorgenza di nuovi disturbi del ritmo cardiaco.
  • Radiografia del torace: mediante indagine radiologica con raggi X sul torace del paziente, fornisce diverse informazioni sul cuore (che può aumentare di dimensione) o sulla diffusione della patologia ai polmoni (embolia settica).
  • Risonanza magnetica cardiaca (RM) con mezzo di contrasto: consente di visualizzare con accuratezza il cuore e le strutture limitrofe

Come si cura?

L’endocardite batterica si cura con una terapia antibiotica mirata. Il trattamento dura diverse settimane. Gli antibiotici vengono somministrati quotidianamente per via endovenosa continua o con diverse dosi. Se l’endocardite ha causato danni alle valvole cardiache, può essere necessario intervenire chirurgicamente sulle strutture valvolari mediante riparazione o sostituzione con protesi valvolare.

Qual è la prognosi?

In assenza di adeguata terapia antibiotica, l’endocardite infettiva è mortale.

Come prevenire l’endocardite infettiva?

Per i pazienti a rischio (portatori di protesi valvolari, cardiopatie congenite, con endocardite pregressa), prima di manovre invasive (interventi odontoiatrici), è indicata la profilassi antibiotica. È importante inoltre evitare i comportamenti a rischio infettivo.

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