Le emorroidi sono “cuscinetti” muco-vascolari costituiti da mucosa, sottomucosa e tessuto vascolare che fanno parte della normale anatomia del canale anale. Al di sotto dello strato epiteliale del canale anale è presente un plesso ricco di tessuto vascolare: questi vasi tortuosi costituiscono il plesso emorroidario; in questo punto le arterie si connettono direttamente alle vene. Il ruolo fisiologico delle emorroidi è quello di partecipare al meccanismo di evacuazione e continenza fecale; quando si verifica uno sfiancamento delle pareti vasali del plesso emorroidario tale da dare sintomatologia caratteristica, si parla di malattia emorroidaria. Con il termine emorroidi nel linguaggio corrente ci si riferisce alla malattia emorroidaria ovvero alla sindrome conseguente al deterioramento della normale situazione anatomica sopra descritta. È la patologia ano-rettale benigna più frequente tanto che si stima colpisca almeno una volta nella vita circa il 90% della popolazione.
Quali sono le cause?
Nonostante sia una patologia così comune, le cause della malattia emorroidaria sono poco chiare e la patogenesi è multifattoriale. Sono ritenuti fattori predisponenti tutte quelle condizioni nelle quali si esercita un’eccessiva e abituale pressione sulle strutture pelviche quali: stitichezza associata a sforzo defecatorio, gravidanza, parto, presenza di masse endopelviche. Data però la grande diffusione della patologia, altri fattori potrebbero essere implicati, probabilmente la familiarità (c’è ricorrenza della patologia all’interno di una stessa famiglia).
Genesi della malattia emorroidaria
La malattia emorroidaria ha una tendenza evolutiva che segue il progressivo peggioramento della situazione anatomica delle due strutture principali:
- Cuscinetto emorroidario interno situato nel canale anale.
- Plesso muco-vascolare esterno (emorroidi esterne) presente a livello della giunzione muco-cutanea dell’ano.
A carico delle emorroidi interne sembra esercitarsi una pressione che porta alla loro congestione e ipertrofia; il progressivo aumento dimensionale determina il crollo del cuscinetto con prolasso e dislocamento in basso della mucosa retto-anale. Anche il plesso emorroidario esterno può tumefarsi per congestione o come conseguenza del prolasso della mucosa anale. In caso di forte deterioramento possono insorgere episodi acuti quali edema e trombosi del plesso emorroidario.
Classificazione della malattia emorroidaria
La malattia emorroidaria viene classificata in quattro gradi evolutivi:
- Grado I: le emorroidi restano all’interno del canale anale.
- Grado II: le emorroidi prolassano dall’ano a seguito dello sforzo defecatorio ma al termine si riposizionano spontaneamente.
- Grado III: le emorroidi prolassano durante la defecazione e non si riposizionano spontaneamente ma solo manualmente.
- Grado IV: le emorroidi sono stabilmente prolassate all’esterno e non possono essere ridotte nel canale anale.
Quali sono i sintomi?
I sintomi variano a seconda del grado di sviluppo delle emorroidi. Il sintomo più frequente è la proctorragia (emissione di sangue rosso vivo dall’ano), tipicamente al momento della defecazione, dopo il passaggio delle feci. Altri sintomi sono: sensazione di fastidio o di peso anale, perdita di muco dall’ano con macerazione della cute perianale, prurito, lesioni da grattamento che predispongono all’insorgenza di infezioni. Le emorroidi provocano dolore se complicate da edema e trombosi. I pazienti si lamentano spesso di disturbi funzionali quali sensazioni di ostacolo, di incompleto svuotamento, di frequente necessità di evacuare quantità minime di feci.
Come si fa diagnosi?
I sintomi della malattia emorroidaria sono simili a quelli provocati da altre malattie retto-anali e devono essere valutati con un’attenta anamnesi e un esame obiettivo in seguito a visita medica dal medico specialista proctologo. Solitamente, il medico ispeziona la zona rettale per esaminare le caratteristiche del prolasso mediante esplorazione rettale e tecniche endoscopiche. L’esame endoscopico del retto e del sigma è obbligatorio per escludere una patologia infiammatoria o neoplastica nel caso il paziente presenti sanguinamento e anemia.
Come si curano?
Il trattamento della malattia emorroidaria dipende dalla gravità del prolasso, dalla sintomatologia del paziente e dalla presenza di complicanze. Negli stadi iniziali (grado I e grado II) il paziente può beneficiare di correzione dello stile di vita (alimentazione sana e regolare, esercizio fisico costante), cura della stitichezza, abolizione di cibi irritanti e utilizzo di prodotti topici e detergenti a base antinfiammatoria. Inoltre si può ricorrere a una modalità di trattamento conservativa mediante:
- Legatura delle emorroidi: è una procedura molto utilizzata per le emorroidi di grado I e II che consiste nel posizionamento di uno o più elastici di gomma alla base di uno o più gruppi emorroidari. La parte di mucosa strozzata va incontro a necrosi (morte) e viene eliminata. Questa metodica può essere ripetuta più volte, è generalmente ben tollerata.
- Fotocoagulazione con raggi infrarossi e iniezioni sclerosanti.
Per entrambe si tratta di procedure ambulatoriali la cui efficacia è in genere parziale e transitoria.
Negli stadi III e IV è sempre indicato il trattamento chirurgico della malattia emorroidaria. L’intervento di emorroidectomia convenzionale prevede l’escissione dei noduli emorroidali e di mucosa in eccesso. È una tecnica molto efficace, con una bassa percentuale di recidiva, lascia una ferita che può essere responsabile di dolore post operatorio. L’alternativa all’emorroidectomia convenzionale è l’emorroidopessi, una nuova tecnica chirurgica che per via transanale permette di asportare la mucosa in eccesso e riposizionare le emorroidi all’interno del canale anale.
Come prevenire la malattia emorroidaria?
Se si ha familiarità per questa patologia o si è già sofferto in passato di emorroidi, è necessario rimuovere i fattori di rischio coinvolti. È molto importante fare attenzione alle norme igieniche, mantenere la zona sempre pulita, trattare la stitichezza con l’alimentazione ed evitare di effettuare sforzi eccessivi che promuovono il prolasso delle emorroidi. È opportuno bere almeno due litri di acqua al giorno, evitando gli alcolici.
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