L’angioma epatico (o emangioma) è la neoformazione benigna del fegato di più frequente riscontro. È un tumore benigno di aspetto nodulare, separato dal parenchima epatico da una capsula e derivante dalle cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni del fegato e si presenta come un groviglio di capillari frammisti a tessuto fibroso. Spesso costituisce un reperto occasionale nel 5-7 % delle autopsie; è più frequente nelle donne, soprattutto in età compresa tra 30 e 50 anni.
Quali sono le cause?
Attualmente la causa di angioma epatico non è del tutto chiara. Viene considerato un’anomalia congenita anche se si è visto essere più frequente nelle donne in gravidanza e nelle donne in menopausa in terapia ormonale sostitutiva: questo suggerisce una correlazione con gli estrogeni e spiega perché sia molto più frequente nel sesso femminile.
Quali sono i sintomi?
Solitamente si tratta di lesioni nodulari, singole o multiple, del diametro di circa 1-3 cm. Alcuni angiomi possono però assumere dimensioni cospicue fino a 10-20 cm. Frequentemente si localizzano nel lobo destro del fegato. La maggior parte dei pazienti è asintomatica; angiomi di dimensioni maggiori di 4 cm possono indurre la comparsa di dolore e sensazione di peso accompagnati da una massa palpabile nella zona epatica. La presenza dell’angioma può inoltre manifestarsi in seguito alle sue complicanze, le più frequenti delle quali sono la trombosi acuta e la rottura spontanea (evento raro) o post-traumatica all’interno dell’addome. In pazienti affetti da voluminosi angiomi epatici, sedi di importanti shunt arterovenosi che sequestrano notevoli quantità di sangue, può verificarsi scompenso cardiaco con sincope (svenimento).
Come si fa diagnosi di angioma epatico?
La diagnosi di angioma epatico viene posta solitamente mediante esami strumentali: talvolta a causa delle ridotte dimensioni possono essere reperti occasionali in corso di esami eseguiti per altri motivi. Gli esami strumentali utilizzati sono:
- Ecografia dell’addome: è un esame di primo livello, semplice e non invasivo; richiede l’utilizzo di una sonda ad ultrasuoni che verrà posta sull’addome del paziente e di un monitor in cui sarà possibile visualizzare gli organi addominali. È possibile stimare le dimensioni dell’angioma e valutarne le caratteristiche peculiari: aspetto nodulare, margini ben definiti rispetto al parenchima epatico e estrema vascolarizzazione.
- TAC addome: radiodiagnostica mediante la quale è possibile acquisire informazioni più dettagliate sulle caratteristiche dell’angioma. La possibilità di utilizzo di mezzo di contrasto permette di definirne la vascolarizzazione.
- Ulteriori esami diagnostici possono essere utilizzati in casi dubbi quali: risonanza magnetica (RM), angiografia selettiva dell’arteria epatica comune, diagnosi istologica mediante agoaspirazione ecoguidata della lesione ma solo in casi selezionati.
Come si tratta?
Il trattamento dipende dalle caratteristiche dell’angioma epatico e dalla sintomatologia, se presente. L’intervento chirurgico va riservato ai casi sintomatici o esposti a rischio di complicanze per via delle notevoli dimensioni della massa. L’intervento consiste nella rimozione delle zone di parenchima epatico interessate dall’angioma. In pazienti sintomatici ma che presentano alto rischio chirurgico e non possono quindi sottoporsi all’intervento, è possibile ricorrere a trattamenti alternativi quali: embolizzazione dei rami arteriosi afferenti all’angioma, irradiazione o infusione intralesionale di corticosteroidi. In pazienti con angioma di piccole dimensioni, asintomatico, non è necessario alcun tipo di trattamento; è consigliato seguire l’eventuale evoluzione della massa mediante controlli periodici ecografici.
Qual è la prognosi?
La prognosi è benigna, non è stata dimostrata la possibilità di trasformazione maligna dell’angioma epatico.
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