Di Chiara Di Lucente

Comprendere l’influenza di sesso e genere sulla salute e sul benessere delle persone è fondamentale per promuovere l’equità e al tempo stesso migliorare l’intero processo di cura. Scopriamo perché

salute e genere

Ormai lo sappiamo: il rapporto tra genere e salute è un tema cruciale che, in medicina, merita un’attenzione sempre maggiore. Questi due concetti, infatti, si intrecciano in modo complesso e profondo, influenzando vari aspetti della vita delle persone, dalla prevenzione delle malattie, alla diagnosi, al trattamento, alla qualità della vita in generale. Le differenze biologiche tra uomini e donne, infatti, hanno un impatto significativo sul loro stato di salute e sul loro benessere: per esempio, le donne avrebbero un rischio maggiore di sviluppare determinate malattie, come la malattia di Alzheimer o le malattie autoimmuni, mentre gli uomini sarebbero più suscettibili a malattie come lo scompenso cardiaco. D’altro canto, studi più approfonditi in questo ambito hanno anche evidenziato come malattie considerate più “maschili” (come le malattie cardiovascolari), o più “femminili” (come l’osteoporosi), in realtà meriterebbero di essere analizzate anche alla luce delle differenze tra un sesso e l’altro. Tuttavia, le differenze tra uomini e donne vanno oltre gli aspetti biologici e coinvolgono anche fattori sociali, economici e culturali: a livello globale le donne, per esempio, affrontano sfide specifiche legate alla salute sessuale e riproduttiva, come un minore controllo sulle decisioni riguardanti il proprio corpo e l’accesso limitato ai servizi sanitari, esponendole a rischi come gravidanze indesiderate o malattie sessualmente trasmissibili, oppure subiscono discriminazioni negli ambiti sociali e sanitari, o nella ricerca e nella diagnosi di alcune malattie, come l’endometriosi; al tempo stesso, come vedremo in seguito, stereotipi di genere legati alla mascolinità incoraggerebbero gli uomini ad adottare comportamenti rischiosi per la propria salute. Per tutti questi motivi, da qualche decennio è nata la medicina di genere, la disciplina che si occupa di studiare l’influenza delle differenze biologiche legate al sesso, socio-economiche e culturali legate al genere sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. In effetti, la medicina ha spesso trascurato le disparità di genere nell’approccio alla salute, concentrandosi principalmente sui bisogni e sui fattori di rischio tipici degli uomini, ma negli ultimi anni, c’è stata una crescente consapevolezza dell’importanza di considerare il genere come una variabile significativa nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie.

Sesso e genere, due termini complementari

Facciamo un po’ di chiarezza sui concetti che abbiamo introdotto. Con il termine sesso ci si riferisce alle diverse caratteristiche biologiche tra uomini e donne, legate ai cromosomi XX o XY, che poi determinano differenze anatomiche (come gli organi riproduttivi) e fisiologiche (come la produzione di ormoni diversi). In medicina, generalmente il sesso è classificato in maniera binaria (ovvero, femmina e maschio) ma esistono anche persone che possiedono variazioni biologiche o fisiologiche delle caratteristiche sessuali (tra cui l’anatomia degli organi riproduttivi e/o i modelli cromosomici) chiamate intersessuali, che non rientrano nelle definizioni tradizionali di maschio o femmina. Il genere, invece, si riferisce alle caratteristiche socialmente costruite di donne e uomini, come le norme, i ruoli e le relazioni di e tra gruppi di donne e uomini, che variano da società a società e si evolvono nel tempo. Spesso, all’interno della società, essi sono sostenuti e perpetuati nei valori, nella legislazione, nei sistemi educativi, nella religione, nei media e in altre istituzioni, diventando pervasivi: per questo motivo, per esempio, all’interno della nostra società riteniamo ci siano ruoli, azioni, oggetti “da maschio” o “da femmina”, ma sappiamo anche che, seppur faticosamente, essi possono modificarsi nel tempo. Quando individui o gruppi non si “adattano” alle norme di genere stabilite, spesso devono affrontare stigma, discriminazione o esclusione sociale, tutti fattori che influiscono negativamente sulla salute. Inoltre, il genere spesso riflette relazioni di potere ineguali, producendo disuguaglianze che si intersecano con altre disuguaglianze sociali ed economiche. Il genere interagisce con il sesso, ma è diverso da quest’ultimo: i due termini sono distinti, ma è stato ampiamente dimostrato che entrambi hanno delle ripercussioni significative sulla salute.

L’influenza del genere sulla salute

Oltre a studiare, per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di malattie, le caratteristiche che variano in base al sesso, la medicina di genere studia anche come il genere influisca sulla salute delle persone. Come riporta l’Organizzazione mondiale della sanità, la disuguaglianza di genere colpisce in modo sproporzionato le donne e le ragazze: nelle maggior parte delle società, esse godono di uno status inferiore e hanno meno controllo sulle decisioni riguardanti il loro corpo, nelle relazioni intime, nelle famiglie e nelle comunità, esponendole a violenza, coercizione e pratiche dannose, esponendole a rischi elevati di contrarre diverse malattie, tra cui infezioni sessualmente trasmissibili, cancro al collo dell’utero, malnutrizione e depressione. Inoltre, possono avere difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e alle informazioni di cui hanno bisogno, a causa di discriminazioni e restrizioni. Questo problema non riguarda solo le donne: le persone di genere diverso da quello assegnato alla nascita, oppure che non si riconoscono nel binarismo di genere uomo/donna hanno maggiori probabilità di subire violenza, stigma e discriminazione, anche da parte degli operatori sanitari, con un rischio molto maggiore di soffrire di problemi legati alla salute mentale.

Inoltre, le norme e gli stereotipi di genere mettono a repentaglio anche la salute e il benessere degli uomini: per esempio, nozioni di mascolinità troppo rigida incoraggiano le persone di sesso maschile (o socializzate come tali) a fumare, ad adottare comportamenti sessuali a rischio, ad abusare di alcol e a non cercare aiuto o assistenza sanitaria. Non solo: queste norme di genere dannose contribuiscono anche a far sì che i ragazzi e gli uomini perpetrino violenza contro le donne e le ragazze, ma anche contro gli uomini stessi (aumentando il rischio di omicidi, violenza giovanile e violenza di gruppo, tra le principali cause di mortalità tra i giovani uomini). Infine, è stato dimostrato come norme e valori di mascolinità tossica abbiano anche gravi implicazioni per la salute mentale degli uomini

Se, come abbiamo visto, il genere è un insieme di norme, valori e ruoli che si riflette sui comportamenti, la medicina di genere si occupa anche di studiare come i comportamenti legati allo stile di vita, come il consumo di alcol, il fumo, l’attività fisica, l’alimentazione e il peso corporeo, possano variare tra uomini e donne e influenzare la loro salute.

  • Per quanto riguarda il consumo di alcol, come già sottolineato, è emerso che gli uomini tendono a bere più frequentemente e in quantità maggiori rispetto alle donne. Questo può essere attribuito a una combinazione di fattori, tra cui norme sociali che tollerano o addirittura promuovono il consumo di alcol maschile, insieme a una maggiore resistenza sociale nei confronti del consumo femminile. Le conseguenze per la salute del consumo di alcol sono anche differenti tra i generi, con gli uomini che sono più inclini a problemi legati all’alcolismo e alle malattie correlate all’alcol rispetto alle donne. 
  • Anche il fumo è un’area in cui si osservano differenze significative di genere. Mentre la prevalenza complessiva del fumo è in diminuzione, si osserva ancora una maggiore incidenza tra gli uomini rispetto alle donne. Anche se le differenze di genere tra gli adolescenti sono minori, con il 20% dei ragazzi e il 15% delle ragazze di 13-15 anni che fumano, l‘uso del tabacco nelle donne, sia giovani che adulte, è un comportamento che richiede attenzione e monitoraggio. In Italia, il fumo è la terza causa di perdita di anni di vita a causa di disabilità, malattia o morte prematura, con una prevalenza del 22% tra i fumatori di 15 anni e oltre. Nel 2010, le conseguenze sanitarie del fumo hanno causato oltre 71.000 decessi in Italia, pari al 12,5% della mortalità totale. 
  • L’attività fisica è un altro fattore chiave per la salute che può variare tra i generi. Gli uomini tendono ad essere più attivi fisicamente rispetto alle donne, e ciò pu