Di Chiara Di Lucente
Dai miti alle moderne scoperte scientifiche, scopriamo qual è il massimo a cui gli esseri umani possono aspirare e quali sono i segreti dietro la longevità
Il fascino della vita eterna: l’aspirazione di vivere il più a lungo possibile – auspicabilmente per sempre – ha affascinato l’umanità fin dall’alba dei tempi, permeando miti, leggende e culture in ogni epoca. Dalle antiche storie di elisir di immortalità alle moderne ricerche scientifiche, la possibilità di estendere la durata della vita indefinitamente ha popolato l’immaginazione delle persone per secoli. Ma fino a che punto possiamo spingere i limiti della nostra esistenza? Qual è realisticamente la durata massima della vita umana?
Speranza di vita, longevità e invecchiamento
Grazie ai progressi nella medicina, nell’igiene, nella nutrizione e in molti altri campi, l’aspettativa di vita umana è notevolmente aumentata nel corso della storia; tuttavia, sembra che invece la durata massima della vita sia rimasta relativamente costante. In media, le persone possono aspettarsi di vivere fino a circa 80 anni, con variazioni significative in base alla regione geografica in cui nascono e vivono. Per esempio esistono aree, come la regione di Okinawa in Giappone e la Sardegna, dove la presenza di centenari è particolarmente elevata. Parlando di longevità, la persona più anziana registrata nella storia, Jeanne Calment, ha vissuto fino a 122 anni, nata nel 1875 quando l’aspettativa di vita media era di circa 43 anni. Eppure, mentre l’aspettativa di vita media è relativamente facile da calcolare, stimare la massima età che un essere umano potrebbe raggiungere è molto più complesso, e la domanda su quanto a lungo si possa effettivamente vivere è stata oggetto di dibattito per secoli.
Innanzitutto, non si può parlare di durata massima della vita umana senza parlare di invecchiamento. La ricerca in questo ambito, infatti, si concentra sui meccanismi di invecchiamento, sui fattori genetici e ambientali che influenzano la longevità e su come possiamo intervenire per migliorare la qualità della vita nell’arco degli anni ed eventualmente estendere la durata della vita stessa. La scienza moderna si è interessata all’invecchiamento solo negli ultimi decenni, accumulando un’enorme quantità di dati empirici e progressivamente formulando teorie (le cosiddette teorie dell’invecchiamento), che svolgono un ruolo cruciale nella comprensione di questo processo. In particolare, nel campo della biologia, le teorie sull’invecchiamento cercano di spiegare i meccanismi che conducono al declino delle funzioni fisiche e biologiche del corpo nel corso del tempo. Per esempio, la teoria della senescenza cellulare suggerisce che il progressivo deterioramento delle cellule nel corpo sia uno dei principali motori dell’invecchiamento; le cellule subiscono danni cumulativi nel loro DNA e nelle strutture cellulari nel corso degli anni, portando a un declino generale delle loro funzioni. La teoria dello stress ossidativo postula invece che l’accumulo di danni causati dai radicali liberi nell’organismo sia un fattore chiave nell’invecchiamento e che questi possano danneggiare le cellule e i tessuti nel corpo, contribuendo al declino delle funzioni e all’insorgenza di malattie legate all’età. O ancora, la teoria dell’invecchiamento programmato suggerisce che l’invecchiamento sia un processo geneticamente regolato e che alcune specie possano aver sviluppato meccanismi di invecchiamento programmato per adattarsi all’ambiente. Insomma, avere una comprensione profonda dei meccanismi biologici dietro il naturale processo di invecchiamento è la chiave per comprendere anche la durata massima della vita umana.
Fino a quanto possiamo vivere?
Per calcolare la durata della vita viene spesso utilizzata l’equazione formulata nel 1825 dal matematico britannico Benjamin Gompertz, uno dei primi a voler comprendere i limiti della durata della vita umana. In particolare, analizzando dati demografici, Gompertz ha elaborato un modello matematico che spiega che, dopo i vent’anni, il rischio di morire a causa di malattie aumenta in modo esponenziale ogni anno, suggerendo l’esistenza di un punto in cui tale rischio raggiunge il 100% e che quindi rappresenta la durata massima della vita umana. Sebbene siano passati più di due secoli, l’equazione di Gompertz sembra ancora descrivere accuratamente il modello di mortalità legato all’età per gran parte della vita umana, nonostante i progressi fatti dalla medicina abbiano leggermente modificato i tempi previsti dal matematico: nel 1996, un’analisi matematica condotta da Caleb Finch e Malcolm Pike dell’Università della California del Sud ha utilizzato il modello di Gompertz per stimare una durata massima della vita umana di circa 120 anni. Questo risultato è stato considerato un limite ragionevole, dato che all’epoca solo una persona – ovvero Calment – aveva raggiunto quell’età. Eppure, negli ultimi decenni, il numero di centenari e supercentenari è aumentato in modo significativo, alimentando il dibattito sulla reale durata della vita umana.
Recenti ricerche condotte da scienziati in Singapore, Russia e negli Stati Uniti suggeriscono che la massima durata della vita umana potrebbe essere di circa 150 anni. Per stabilirlo, i ricercatori hanno utilizzato un modello computerizzato basato su campioni di oltre 70.000 partecipanti e, in base alla conta delle cellule del sangue, hanno creato un parametro per valutare la resilienza, ovvero la misura della capacità di un organismo di mantenere il naturale equilibrio fisiologico. In effetti, l’invecchiamento può essere definito come la perdita della capacità di mantenere questo equilibrio: più giovane è una persona, migliore è la sua capacità di riprendersi rapidamente da malattie o traumi e tornare a uno stato fisiologico, mentre, man mano che si invecchia il corpo perde progressivamente questa capacità. In particolare, questo studio han rivelato che la resilienza di un essere umano fallisce completamente a 150 anni, stabilendo così un limite teorico alla durata della vita umana. Tuttavia, queste stime non tengono conto dei progressi che la medicina e la tecnologia potrebbe compiere in futuro e che potrebbero prolungare ulteriormente la vita umana, anche se secondo gli esperti aumentare la durata massima della vita di oltre il 15-20% rispetto a questo risultato sembra essere molto difficile.
Sebbene la scienza abbia compreso molto sull’invecchiamento e sulla longevità, raggiungere l’immortalità è un’utopia. Anche nel migliore degli scenari, sembra che ci siano dei limiti biologici alla durata della vita umana. Tuttavia, ciò non scoraggia dalla ricerca di modi per migliorare la qualità della vita in età avanzata. Gli sforzi per estendere la durata della vita umana, infatti, sono cruciali non solo per le singole persone, ma per l’intera società: con una popolazione globale che invecchia, comprenderne i bisogni e garantire una buona qualità della vita è di fondamentale importanza.
Fonti:
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Blagosklonny MV. No limit to maximal lifespan in humans: how to beat a 122-year-old record. Oncoscience. 2021 Dec 1;8:110-119. doi: 10.18632/oncoscience.547. PMID: 34869788; PMCID: PMC8636159.
- https://www.nytimes.com/2021/04/28/magazine/human-lifespan.html
- https://theconversation.com/is-150-years-really-the-limit-of-human-life-span-162209