Di Chiara Di Lucente
Redatto da un team di 30 esperti, tra cui il dott. Gustavo Velasquez della Clinica Pierangeli, il documento offre un supporto concreto a medici e operatori sanitari e una risorsa di facile comprensione per i pazienti
Distanziamento sociale, misure restrittive e accesso limitato negli ospedali: negli ultimi due anni la pandemia di Covid-19 ha causato tutto ciò, e ha rappresentato un notevole ostacolo per chi si occupa di ferite croniche, come ad esempio quelle legate al piede diabetico, che invece necessitano di cure costanti. Serviva quindi un’azione coordinata per raccogliere le raccomandazioni internazionali sulla loro gestione in un periodo così particolare: ecco perché l’Italian Academy of Wound Care ha organizzato e coordinato l’International Wound Care Group – COVID-19, composto da circa 30 esperti, tra cui Gustavo Velasquez, dirigente medico e responsabile dell’ambulatorio piede diabetico e ferite difficili presso la Casa Di Cura Pierangeli, per sviluppare un documento a supporto delle migliori pratiche sulle ferite croniche durante la pandemia. Si tratta di un manuale operativo e preventivo, basato sulle evidenze scientifiche, di rapida consultazione e di facile comprensione, che consentirà a chiunque lo consulti di applicarlo immediatamente nella pratica quotidiana a casa e in ospedale per la gestione delle ferite croniche.

Le ferite croniche rappresentano un vero e proprio onere per tutti i sistemi sanitari del mondo, perché la loro gestione richiede un monitoraggio costante da parte del personale sanitario specializzato e cure quotidiane da parte dei pazienti stessi, sempre guidati dalle indicazioni dei medici. Ma cosa si intende per ferite croniche? Esse consistono in quelle lesioni dei tessuti che non riescono a procedere attraverso le normali fasi di guarigione della ferita in modo ordinato e tempestivo. Spesso, infatti, le ferite croniche si bloccano nella fase infiammatoria di tutto il processo, non riuscendo mai a entrare nella fase di guarigione vera e propria: tipicamente, infatti, le ferite croniche presentano alti livelli di molecole infiammatorie e la presenza di infezioni persistenti, che non fanno altro che bloccare la guarigione. Tra le ferite croniche più diffuse vi sono le ulcere del piede diabetico, le ulcere venose delle gambe e le ulcere da pressione. Le ulcere croniche delle gambe e dei piedi si verificano in molte persone con malattie vascolari o diabete e sono attribuite a insufficienza venosa cronica, malattia arteriosa, pressione prolungata o neuropatia, durano in media più di un anno, si ripresentano fino al 60-70% dei pazienti e possono essere invalidanti, in quanto possono portare a perdita della funzione degli arti interessati e diminuzione della qualità della vita dei pazienti.
Se fino a qualche tempo fa erano considerate prevalentemente una condizione degli anziani, le ferite croniche stanno diventando più diffuse e più difficili da trattare e sono associate a costi di trattamento elevati. Negli ultimi due anni, poi, a causa della diffusione della pandemia di Covid-19, le necessità di distanziamento sociale e l’accesso limitato negli ospedali hanno significato una notevole limitazione dell’accesso dei pazienti alle cure, colpendo in particolare proprio quelli con ferite croniche. Infatti, prima di tutto le persone che presentano ferite croniche, a causa dell’età avanzata e delle malattie a esse associate, sono quelle a maggior rischio di infezione e letalità da Covid-19. In più, proprio a causa dell’aumento dei ricoveri in terapia intensiva e del numero di pazienti immobilizzati, è stato osservato un aumento delle ulcere da pressione in tutto il mondo, oltre all’aumento delle ferite croniche dovute all’uso dei dispositivi di protezione individuale negli ospedali.
È per questo che l’associazione Italian Academy of Wound Care (IAWC), un’associazione scientifica senza scopo di lucro nata per la ricerca e la formazione nella cura delle ferite difficili e ulcere cutanee, ha organizzato e coordinato l’International Wound Care Group – COVID-19, grazie a cui ha sviluppato un elenco di raccomandazioni per supportare i pazienti affetti da ferite croniche e il personale coinvolto nel loro trattamento durante il periodo di lockdown e distanziamento sociale dovuto alla pandemia. Come si legge nell’introduzione delle linee guida, a cura del presidente dell’IAWC Claudio Ligresti, la stesura del documento, di carattere molto pratico, è giunta in un preciso momento storico in cui l’assistenza ospedaliera e ambulatoriale era difficile per la situazione di molte strutture sanitarie e per la necessità di isolamento della popolazione anziana, più a rischio sia di contrarre l’infezione da Sars-cov-2 sia di sviluppare ulcere croniche.
Il documento ha evidenziato una serie di nuove problematiche cliniche nel campo della guarigione delle ferite croniche dovute alla pandemia, che rappresenteranno un prezioso punto di partenza per le scelte gestionali e terapeutiche laddove dovesse ripresentarsi la necessità di prendersi cura delle ferite croniche a distanza.
Fonti:
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Ligresti C, Facchin F, Armstrong DG, Carvalho Guedes MJ, Oliveros C, Marques Rodrigues A, et al. Practical Management of Skin Lesions during COVID-19 Pandemic – IAWC International Academy of Wound Care. World J Surg Surgical Res. 2020; 3: 1253..
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Frykberg RG, Banks J. Challenges in the Treatment of Chronic Wounds. Adv Wound Care (New Rochelle). 2015;4(9):560-582. doi:10.1089/wound.2015.0635