Di Chiara Di Lucente

Un’allergia è una condizione in cui si verifica una risposta esagerata dell’organismo a sostanze normalmente innocue, dette allergeni. Ma come avviene una reazione allergica e perché le allergie sono sempre più diffuse?

Pruriti, rossori, gonfiore delle vie aeree, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a broncospasmo, sincopi o collassi: questi sono solo alcuni dei sintomi delle allergie, un disturbo molto comune che è in continuo aumento, specie nei paesi industrializzati. Ma di cosa si tratta? Le allergie consistono in una sorta di corto circuito del nostro sistema immunitario, la componente del nostro organismo deputata a riconoscere e distruggere ciò che viene ritenuto un rischio per noi: virus, batteri, cellule tumorali e così via. Ogni tanto, però, qualcosa va storto, e il nostro corpo attiva una risposta, che in alcuni casi può essere anche molto violenta, contro molecole innocue per la maggior parte della popolazione generale, come, per esempio, pollini o alcuni cibi (i cosiddetti allergeni): in questo caso si ha una reazione allergica, che può avere vari livelli di gravità, da una semplice irritazione a una risposta molto grave chiamata anafilassi. In questo articolo vedremo come riconoscere una reazione allergica, quali sono le cause e perché questo fenomeno sembra essere sempre più diffuso.

Una risposta esagerata del sistema immunitario

Come abbiamo anticipato, l’allergia è generalmente descritta come una risposta esagerata del sistema immunitario a sostanze altrimenti inerti presenti nell’ambiente. Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, il processo allergico si divide in due fasi: la sensibilizzazione, che in realtà è una fase silente, che non provoca sintomi, e la risposta allergica. Durante la sensibilizzazione, il sistema immunitario identifica una determinata sostanza come allergene, producendo specifici anticorpi contro di essa, che rimangono nel circolo sanguigno; la seconda volta che il corpo entra in contatto con l’allergene, gli anticorpi prodotti in precedenza lo riconoscono e attivano la reazione del sistema immunitario, che prevede la liberazione di determinate sostanze chimiche come l’istamina e i leucotrieni. Questo innesca una risposta a catena che porta a vari cambiamenti nell’organismo: in particolare, l’istamina causa vasodilatazione locale, un aumento della permeabilità capillare, la formazione di edema, la stimolazione dei nervi sensitivi (che causano la sensazione di prurito), la contrazione della muscolatura liscia delle vie aeree (che causa la broncocostrizione), un aumento delle secrezioni delle ghiandole nasali, salivari e bronchiali. Tutti questi adattamenti dell’organismo portano quindi alla comparsa dei sintomi tipici delle allergie.

Una reazione allergica si sviluppa solitamente entro pochi minuti dall’esposizione alla sostanza allergene e generalmente coinvolge la cute, le vie aeree superiori o inferiori, l’apparato cardiocircolatorio e/o il tratto gastrointestinale. I sintomi più comuni, infatti, includono starnuti, prurito al naso, occhi rossi, respiro sibilante, eruzioni cutanee, gonfiore delle labbra, lingua, occhi o viso, dolori addominali, nausea, vomito o diarrea, pelle arrossata, screpolata o secca. Essi variano in base all’allergene e alla modalità di contatto (per esempio se esso viene ingerito o se entra in contatto con la pelle). In rari casi, l’allergia può portare a una grave reazione chiamata anafilassi o shock anafilattico, che può essere pericolosa per la vita: l’anafilassi portare a gonfiore della gola e della bocca, difficoltà respiratorie, vertigini, confusione, cianosi della pelle o delle labbra, collasso e perdita di coscienza.

Come riporta anche l’Istituto superiore di sanità, quando si tratta di reazioni dell’organismo a sostanze generalmente innocue, è bene imparare a distinguere la differenza tra:

  • allergia, reazione specifica del sistema immunitario quando si è esposti ad una sostanza normalmente innocua, anche in minima quantità;
  • sensibilità, aumento esagerato dei normali effetti di una sostanza, in cui però non è coinvolto il sistema immunitario;
  • intolleranza, quando una sostanza provoca sintomi spiacevoli, come ad esempio la diarrea, ma non coinvolge il sistema immunitario (come, per esempio, nel caso dell’intolleranza al lattosio).

Qualche numero e le cause

Ma cosa causa le allergie? Gli allergeni più comuni sono i pollini di piante erbacee e alberi, gli acari della polvere, i derivati di animali, alcuni alimenti come noci, frutti, crostacei, uova e latte di mucca, sostanze trasmesse da punture e morsi di insetti, farmaci come ibuprofene, l’acido acetilsalicilico, alcuni antibiotici, mezzi di contrasto diagnostici, lattice e prodotti chimici domestici. Non è del tutto chiaro perché il sistema immunitario reagisca a determinate sostanze, ma la predisposizione alle allergie sembra essere influenzata da fattori genetici e condizioni correlate, come l’asma o l’eczema.
Sebbene, quindi, esista una predisposizione genetica, negli ultimi anni si è osservato un aumento costante dei casi di allergia nella popolazione mondiale. Secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, infatti, in Europa circa un terzo della popolazione soffre di una forma di allergia, che può manifestarsi come rinite allergica, asma, reazioni cutanee o allergie alimentari. In particolare, le allergie alimentari sembrano riguardare circa un quinto della popolazione europea. In Italia, il 12% della popolazione soffre di una forma cronica di allergia, ma questa percentuale si riduce al 6% per le persone di età compresa tra 0 e 14 anni. Una delle teorie principali di questo aumento è che esso sia legato allo stile di vita in un ambiente troppo pulito e privo di germi: la riduzione del numero e del tipo di germi che il nostro sistema immunitario incontra durante la vita potrebbe causare una reazione eccessiva quando si viene a contatto con sostanze normalmente innocue.
Tuttavia, tra i fattori che potrebbero aumentare la comparsa dei sintomi delle allergie e la loro diffusione vi sono anche quelli legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Recentemente, infatti, uno studio condotto dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz e pubblicato sulla rivista Frontiers in Allergy ha evidenziato che anche le persone che solitamente non soffrono di allergie potrebbero manifestarne i sintomi (come occhi rossi, starnuti e asma), specialmente nelle città, perché alcuni inquinanti atmosferici sarebbero assorbiti dai pollini e poi rilasciati nelle vie respiratorie, intensificando le manifestazioni allergiche. Inoltre, con il progredire degli effetti dei cambiamenti climatici e l’aumentare del riscaldamento globale, il rischio che le allergie da pollini persistano per tutto l’anno con sintomi peggiori e più duraturi diventa sempre più concreto. Secondo gli specialisti dell’allergologia, nell’arco di pochi decenni si potrebbe verificare un aumento del 200% nella quantità totale di pollini rilasciata dalle piante, il che sarebbe un ulteriore fattore aggravante per le persone con allergie stagionali.

Fonti: