coro-tc

La coro-TC, o tomografia computerizzata coronarica, è un esame diagnostico avanzato, non invasivo e indolore, che permette di visualizzare in modo dettagliato le arterie coronarie, ovvero i vasi che riforniscono il cuore di ossigeno, sangue e nutrienti. Grazie all’uso di raggi X e di un mezzo di contrasto iodato somministrato per via endovenosa, la coro-TC consente di individuare eventuali restringimenti o occlusioni causati da placche aterosclerotiche. In questo modo, è possibile ottenere informazioni preziose per la diagnosi e la stratificazione del rischio cardiovascolare. Secondo il Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte in Italia, contando il 44% di tutti i decessi. La cardiopatia ischemica, la condizione in cui il muscolo cardiaco non riceve abbastanza sangue e ossigeno, da sola è responsabile del 28% delle morti nel nostro Paese, seguita dagli incidenti cerebrovascolari (13%), o ictus, quando si interrompe il flusso sanguigno al cervello. Chi sopravvive a un infarto, poi, spesso sviluppa una condizione cronica che compromette la qualità della vita e comporta alti costi sociali e sanitari: il 4,4 per mille della popolazione soffre di invalidità cardiovascolare, e quasi un quarto della spesa farmaceutica italiana è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare. 

Ecco perché è così importante prendersi cura della salute del nostro cuore. Le arterie coronarie, che originano dall’aorta, possono andare incontro a restringimenti dovuti ad accumuli di grasso e calcio, che riducono il flusso sanguigno e possono condurre, in ultima analisi, a malattie cardiovascolari, con esiti anche fatali. Questi restringimenti (detti stenosi) sono legati alla formazione di placche aterosclerotiche, depositi di materiale lipidico e infiammatorio che ispessiscono la parete delle arterie, una condizione nota come aterosclerosi. Quando si sospetta la presenza di stenosi o altre anomalie cardiache, l’esame di riferimento è la coronarografia, considerata il gold standard per lo studio delle coronarie. Si tratta di una procedura diagnostica – ma anche terapeutica – che consente di visualizzare in tempo reale l’anatomia delle arterie e intervenire, se necessario, con un’angioplastica e posizionamento di stent. Tuttavia, essendo un esame invasivo, comporta alcuni rischi, tra cui aritmie, danni vascolari, reazioni al contrasto o infezioni, anche se possono essere ridotti con un’attenta valutazione del paziente. Pur restando la coronarografia l’esame di riferimento per diagnosi e trattamento delle malattie coronariche, la coro-TC rappresenta un’alternativa preziosa, soprattutto in fase diagnostica, grazie alla sua natura meno invasiva. Ma in quali casi è indicata? Quali sono i vantaggi, i limiti e le eventuali controindicazioni? Lo abbiamo chiesto al Dott. Stefano Guarracini, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia della Casa di Cura Pierangeli, e al Dott. Andrea Italiano, dirigente medico della stessa équipe.

Cos’è la coro-TC e a cosa serve

La tomografia computerizzata cardiaca, conosciuta anche come coro-TC, è una tecnica di imaging avanzata che consente di studiare in modo non invasivo lo stato delle coronarie, le arterie che portano sangue, ossigeno e nutrienti al cuore“, spiega il Dott. Guarracini. Il Dott. Italiano aggiunge: “Si tratta di un esame piuttosto recente nella pratica clinica quotidiana, ma che ha già assunto un ruolo centrale nella diagnosi cardiovascolare. È utile per individuare e stratificare il rischio di problematiche che possono portare a infarto, scompenso cardiaco o altre patologie cardiache“. Ma quando è consigliabile sottoporsi a questo esame? E da chi viene prescritto? “La coro-TC viene prescritta da uno specialista in cardiologia, in presenza di sintomi specifici come dolore toracico (angina) o dispnea da sforzo, oppure quando si vuole monitorare un paziente già sottoposto a rivascolarizzazione e che presenta nuovi sintomi”, afferma Italiano. L’esame può inoltre essere indicato in caso di test da sforzo positivi o altri esami funzionali suggestivi di ischemia miocardica, per studiare patologie valvolari, masse cardiache o il funzionamento di un bypass coronarico. “Rispetto alla coronarografia tradizionale” sottolinea Guarracini, “la coro-TC viene spesso indicata quando i sintomi sono meno chiari o specifici. È una procedura meno invasiva, anche se utilizza un mezzo di contrasto, e richiede una preparazione simile a quella di una TC standard”. Sebbene la coronarografia resti il gold standard per la diagnosi e il trattamento delle malattie coronariche, affermano gli specialisti dell’Unità Operativa di Cardiologia, la coro-TC offre alcuni vantaggi significativi in specifici contesti clinici:

  • Non è invasiva: non richiede l’inserimento di cateteri nei vasi sanguigni, riducendo i rischi procedurali e permettendo l’esecuzione in ambito ambulatoriale, senza ricovero.
  • È rapida: dura dai 10 ai 30 minuti, e consente una valutazione preliminare immediata.
  • È ad alta risoluzione: fornisce immagini dettagliate delle pareti coronariche, permettendo di identificare placche aterosclerotiche anche in fase iniziale e restringimenti.

Come si svolge l’esame? Ci sono rischi o controindicazioni?

Come tutte le tomografie computerizzate, la coro-TC impiega i raggi X per ottenere immagini dettagliate delle strutture anatomiche, spiega Guarracini. Per capire come funziona questo esame, è utile fare un passo indietro e chiarire cosa si intende per tomografia computerizzata. La tomografia computerizzata (TC) è una tecnica radiologica che consente di ottenere immagini dettagliate dell’anatomia interna del nostro organismo. È conosciuta anche con l’acronimo TAC, che inizialmente indicava “tomografia assiale computerizzata”: in origine, infatti, le immagini anatomiche venivano prodotte solo sul piano assiale. Oggi, invece, grazie all’evoluzione tecnologica, è possibile ricostruire immagini tridimensionali della porzione del corpo da esaminare. La TC utilizza radiazioni ionizzanti emesse da un macchinario che ruota attorno al paziente. Queste radiazioni vengono rilevate da appositi detettori, che elaborano i segnali ricevuti e li trasformano in immagini. “Dopo l’acquisizione di alcune immagini basali, utili per valutare il carico di calcio nelle coronarie, viene somministrato un mezzo di contrasto iodato attraverso via endovena”, afferma Italiano. Il mezzo di contrasto consente di visualizzare la circolazione sanguigna e valutare quanto sangue arriva al tessuto cardiaco, identificando eventuali restringimenti dei vasi e migliorando significativamente la qualità diagnostica delle immagini.

L’esame si esegue in un centro specializzato che garantisca un elevato volume di procedure e quindi maggiore esperienza”, continua lo specialista. “L’esame non richiede una preparazione complessa, ma è necessario che la frequenza cardiaca sia sotto controllo, perché valori troppo elevati possono compromettere la qualità delle immagini”. La coro-TC è un esame generalmente sicuro, ma, come tutte le procedure diagnostiche, comporta alcuni rischi e controindicazioni, come quelli da esposizioni ai raggi x, possibili reazioni al mezzo di contrasto o insufficienza renale. Infine, uno degli aspetti più importanti, sottolineano entrambi i medici, è che la coro-TC venga eseguita da un’équipe multidisciplinare esperta, composta da un radiologo specializzato in imaging cardiovascolare e da un cardiologo clinico. “La collaborazione tra le due figure è essenziale per una corretta interpretazione dell’esame e per garantire la sicurezza del paziente, anche in caso di risultati anomali o complicanze”, conclude Guarracini. “Solo un’équipe specializzata può garantire un follow-up adeguato e un’integrazione efficace nel percorso diagnostico-terapeutico del paziente”.