I fibromi uterini o (leiomiomi) sono tumori benigni derivanti dalla muscolatura liscia dell’utero (miometrio). Vengono denominati fibromi perché presentano un contenuto considerevole di collagene che ne determina una consistenza fibrosa. Sono i tumori più frequenti dell’apparto riproduttivo delle donne in età fertile (30-50 %).

Quali sono le cause?

I fibromi uterini sono tumori benigni derivanti dalla stimolazione alla proliferazione delle cellule muscolari lisce da parte degli ormoni sessuali: estrogeni e progesterone. Si sviluppano durante l’età riproduttiva, possono aumentare notevolmente di dimensioni durante la gravidanza e tendono a regredire e a trasformarsi in masse calcifiche dopo la menopausa. Essendo gli estrogeni di fondamentale importanza per la stimolazione alla crescita cellulare di questi tumori, tutte le condizioni responsabili di iperestrogenismo possono esserne la causa quali menarca precoce e obesità. Non tutte le donne presentano sensibilità agli ormoni sessuali e sviluppano fibromi uterini, questo induce a pensare che ci sia una predisposizione genetica. Tuttavia l’esatta patogenesi di questi tumori è sconosciuta.

Quali sono le caratteristiche dei fibromi uterini?

I fibromi uterini sono tumori benigni a lenta crescita che non tendono alla trasformazione maligna, solo nel 2-5 % dei casi. Sono lesioni benigne, ben circoscritte, rotondeggianti, bianco-grigiastre e di consistenza elastica. I fasci muscolari hanno un aspetto vorticoso visibile macroscopicamente e le lesioni possono raggiungere dimensioni variabili, spesso anche notevoli. I leiomiomi sono classificati in base alla posizione nel miometrio: intramurali (nello spessore del miometrio), sottomucosi (al di sotto dell’endometrio), sottosierosi (al di sotto della sierosa di rivestimento dell’organo).

Quali sono i sintomi?

I fibromi uterini sono sono spesso asintomatici ma possono essere anche causa di:

  • Sanguinamento uterino anomalo: è un sintomo molto frequente che può esprimersi come eccessivo sanguinamento durante la mestruazione (menorragia), sanguinamento intermestruale (metrorragia) nella donna in età fertile e perdite ematiche vaginali nella donna dopo la menopausa.
  • Anemia
  • Dismenorrea (mestruazioni dolorose)
  • Dolore pelvico
  • Ostacolo al decorso della gravidanza, potendo causare riduzione della crescita fetale e contrazioni uterine premature
  • Gonfiore addominale e senso di pesantezza pelvica
  • Disturbi urinari (dolore alla minzione e urgenza minzionale)
  • Stitichezza

Come si fa la diagnosi?

Sottoporsi a visita ginecologica è fondamentale per la diagnosi di fibroma uterino. La visita si basa su:

  • Anamnesi accurata al fine di definire la storia clinica della paziente e la sintomatologia eventuale.
  • Esame obiettivo: è fondamentale l’esecuzione dell’esplorazione pelvica per il riscontro di un utero aumentato di volume e a contorni irregolari.
  • Ecografia transvaginale: è l’esame strumentale di primo livello, di semplice esecuzione e non invasivo. Mediante una sonda ecografia posta in vagina permette di studiare da vicino le caratteristiche dell’utero e di una neoformazione eventualmente presente. Il leiomioma si presenta solitamente come una massa che deforma il profilo dell’utero con calcificazioni e degenerazioni cistiche; la metodica color-doppler permette di valutarne una caratteristica disposizione della vascolarizzazione.
  • Isteroscopia: è un esame di secondo livello nella diagnosi di fibroma uterino. È invasivo e si basa sull’introduzione in utero, per via transvaginale di uno strumento (isteroscopio) che permette la visualizzazione diretta del fibroma potendone definire dimensioni, colore, e deformità della cavità uterina. È possibile anche l’esecuzione di biopsie mirate.
  • Risonanza magnetica (RM): utilizzata in pazienti selezionate quando non è possibile studiare con precisione le caratteristiche dell’utero per la presenza di anomalie dell’anatomia pelvica.

Come si cura?

Solitamente il fibroma uterino non richiede alcun trattamento ma solo un monitoraggio mediante controlli ginecologici periodici. Il trattamento va riservato alle pazienti sintomatiche. Sono disponibili diversi approcci terapeutici, la scelta dipende dal desiderio di fertilità della donna, dalla severità della sintomatologia e dalle caratteristiche del fibroma uterino. La terapia può essere:

  • Farmacologica: si basa sull’utilizzo di contraccettivi orali che controllano efficacemente il sanguinamento uterino e il dolore; di agonisti del GnRH che controllano la sintomatologia e riducono le dimensioni della lesione tumorale e di inibitori delle aromatasi.
  • Chirurgica: si può ricorrere all’isterectomia (rimozione dell’utero) per via laparotomia o laparoscopica che rappresenta un trattamento definitivo per i leiomiomi sintomatici; l’alternativa chirurgica è la miomectomia (rimozione del fibroma uterino) che può essere effettuata in caso di desiderio da parte della donna di conservare l’utero. L’intervento chirurgico viene di solito preso in considerazione nelle pazienti con una qualsiasi delle seguenti condizioni: un rapido accrescimento della massa pelvica, sanguinamento uterino ricorrente refrattario alla terapia farmacologica, dolore grave e persistente, sintomi da effetto massa come disturbi urinari, disturbi intestinali e sintomi da compressione di altri organi vicini. La presenza di fibromi uterini inoltre può essere causa di infertilità femminile e aborti spontanei ricorrenti. Altri fattori che richiedono il trattamento chirurgico dei fibromi uterini sono il completamento della gravidanza e il desiderio della paziente di un trattamento definitivo.
  • Embolizzazione delle arterie uterine: consiste nell’embolizzaziome delle arterie uterine mediante un catetere inserito nelle arterie femorali per via transcutanea. Questo trattamento ha lo scopo di portare a morte il leiomioma bloccando il sangue ad esso destinato. Mira a causare l’infarto dei fibromi preservando il tessuto normale uterino.

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