L’ascesso anale è una raccolta di pus localizzato in prossimità dell’ano o nella parte terminale del canale rettale. Nel 90% dei pazienti, l’ascesso anale è il risultato dell’infiammazione delle ghiandole anali. Le ghiandole anali, dette anche ghiandole di Hermann e Desfosses, sono situate nel canale anale, tra lo sfintere anale interno e lo sfintere anale esterno, e hanno la funzione di secernere muco per agevolare il passaggio delle feci. L’ostruzione di uno dei dotti ghiandolari che sboccano nel canale anale e la conseguente infezione della ghiandola anale, danno origine all’ascesso anale. L’ascesso è lo stato acuto dell’infezione, la forma cronica è rappresentata dalla fistola anale (rimandare link). Nel 10 % dei casi, l’ascesso anale può essere secondario ad altra patologia come AIDS, malattia di Crohn, neoplasia, infezioni, traumi, pregressa chirurgia e radioterapia anale.
Tipologie di ascesso
Nella maggior parte dei casi (60%) il processo infiammatorio si estende verso la cute e si parla di ascesso perianale o attraversa lo sfintere anale esterno (ascesso ischio-rettale). Nel 5 % dei casi circa, l’infezione può dare origine ad un ascesso pelvi-rettale che si estende cranialmente ed è più complesso da trattare.
Quali sono i sintomi?
La sintomatologia tipica dell’ascesso anale è caratterizzata da: dolore continuo, pulsante e ingravescente durante tutto l’arco della giornata e in grado di accentuarsi con la palpazione e durante la defecazione. Se l’ascesso è superficiale, può presentarsi come una tumefazione rossa, lucida, tesa e dolente ripiena di pus. Possono essere presenti sintomi generali come febbre e brivido. L’ascesso pelvi-rettale può manifestarsi con intenso dolore rettale irradiato ai glutei e disuria (difficoltà ad urinare).
Come si fa diagnosi?
Di norma l’attenta osservazione e palpazione della regione anale e dei tessuti circostanti, insieme all’esplorazione rettale e l’analisi dei segni e sintomi del paziente, sono sufficienti al medico per porre diagnosi di ascesso anale. Nel caso di ascessi complessi e profondi, può essere necessario ricorrere a indagini strumentali mediante ecografia transanale, TAC e risonanza magnetica (RM).
Come si tratta?
La terapia dell’ascesso anale, consiste nell’incisione cutanea in anestesia locale e nel drenaggio. Devono in seguito, essere effettuate medicazioni periodiche sull’incisione chirurgica per evitare infezioni. A seguito dell’intervento chirurgico, il disagio è solitamente lieve e può essere controllato con farmaci antidolorifici, mentre non è normalmente necessaria un’antibiotico-terapia. Il 30% circa degli ascessi guarisce senza ulteriori problemi.
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