Che cos’è l’arterite gigantocellulare di Horton?
L’arterite gigantocellulare di Horton è una vasculite che interessa vasi di grosso calibro. Questa vasculite viene anche chiamata “Arterite temporale”, per il peculiare coinvolgimento dell’arteria temporale. Tipicamente, il distretto arterioso più colpito è quello delle carotidi con le loro diramazioni a livello craniale; comunemente coinvolti anche l’arco aortico, l’aorta toracica, le arterie succlavie e le arterie vertebrali.
L’arterite gigantocellulare presenta una stretta somiglianza alla polimialgia reumatica, una malattia infiammatoria caratterizzata da dolore e rigidità dei cingoli pelvico e scapolare.
Quali sono le cause dell’arterite gigantocellulare di Horton?
L’eziologia dell’arterite gigantocellulare non è nota; il riscontro di granulomi all’interno della parete dei vasi coinvolti suggerisce che la malattia sia espressione di una aberrante risposta infiammatoria ad una infezione. È in discussione il ruolo della polimialgia reumatica come causa predisponente all’arterite gigantocellulare: sembra pazienti affetti da polimialgia che presentano alcuni alleli HLA – HLA-DRB1 in particolare – presentino un aumentato rischio di sviluppare la vasculite.
Come si manifesta l’arterite gigantocellulare di Horton?
La malattia è rara prima dei 50 anni e la sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età; le donne sono maggiormente colpite rispetto agli uomini. L’arterite gigantocellulare è caratterizzata da una sintomatologia molto varia: si presenta con febbre, malessere, calo ponderale, sudorazioni notturne; tipicamente è presente una forte cefalea, con formicolii al cuoio capelluto e dolore alla masticazione. Una grave complicanza dell’arterite gigantocellulare è la perdita irreversibile della vista, che può essere bilaterale.
Come si fa diagnosi di arterite gigantocellulare di Horton?
La diagnosi di arterite gigantocellulare si basa sull’esame obiettivo del paziente, gli esami laboratoristici e strumentali: talvolta è possibile palpare o vedere una tumefazione delle arterie temporali con cute arrossata. Utile è l’impiego di tecniche di imaging come l’Eco-color-Doppler, la TC, la RM, l’angio-TC e l’angio-RM. La diagnosi di certezza viene però effettuata tramite l’esecuzione di una biopsia a livello dell’arteria coinvolta, generalmente l’arteria temporale.
Qual è il trattamento dell’arterite gigantocellulare di Horton?
Il trattamento dell’arterite gigantocellulare mira a controllare il processo infiammatorio e a prevenire le temibili complicanze della vasculite: si basa sull’impiego in prima linea di corticosteroidi, a cui possono essere affiancati altri presidi come, ad esempio, farmaci antiaggreganti; i farmaci immunosoppressori sono riservati a pazienti nei quali i corticosteroidi non controllano la malattia o quando è necessario utilizzare dosi troppo elevate e per lunghi periodo dei cortisonici. I farmaci biologici si stanno ritagliando un ruolo importante nella terapia dell’arterite gigantocellulare, in particolare l’anticorpo monoclonale tocilizumab.
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